Il nostro pezzo sul posto di blocco “permanente” della Polizia Locale in via Papa Pio XII, nell’isolato in cui si trova il Bar Moderno, ha sollevato decine di commenti a sostegno e contrari alla tesi di Vito Scalera, titolare del locale. Persecuzione o perseverante casualità? Quella strada è una delle più abusate della città: sosta selvaggia ovunque, inversioni a U come se non ci fosse nessun altro, scivoli per disabili e passi carrabili occupati. Una strada in cui, presi nel vortice della doppia fila, neppure gli uomini in divisa hanno mai brillato per buon esempio. Abbiamo beccato in fallo, poliziotti, carabinieri e gli stessi agenti della Municipale. Insomma, una giungla.

Qualcuno, però, continua a mettere in discussione l’utilità di quel posto di blocco, avendo notato che prima e dopo, anche a soli pochi metri o addirittura di fronte, gli automobilisti continuano a fare come gli pare, ammettendo persino di correre consapevolmente il rischio della multa per la doppia fila, o in ogni caso per il minchia paking.

Gli agenti della Polizia Locale fermano le auto, fanno gli indispensabili controlli ed eventualmente multano gli indisciplinati, ma i fenomeni della doppia fila selvaggia e delle manovre rischiose non si riescono proprio a fermare. D’altro canto, i commercianti della strada chiedono maggiore clemenza, come viene data in altre zone della città afflitte dagli stessi problemi.

In molti casi, l’andamento dei loro affari dipende proprio da quella benedetta doppia fila. La situazione è paradossale. Da un lato la presenza massiccia di agenti, dall’altro le infrazioni continuano. L’idea che si ha è sempre quella della monge e la ponge, per dirla alla barese. Non si è capito se il livello di tolleranza debba essere zero, uno, due, tre, in qualche parte della città o solo in alcune zone, in certi momenti della giornata o in altri. Tutto questo crea confusione generale, come si può vedere nel video girato qualche giorno dopo le dichiarazioni di Vito Scalera, il titolare del Bar Moderno.