Se non ci pensa il Comune, e a noi dell’Asi non ci passa neanche per l’anticamera del cervello, pensaci tu, imprenditore che vuoi farti pubblicità. Potrebbe riassumersi così, tra il serio e il faceto, l’avviso pubblico per l’affidamento in comodato d’uso gratuito di rotatorie/aiuole spartitraffico ubicate negli agglomerati industriali consortili (si, esatto, si chiama proprio così). In pratica, a fronte della manutenzione e cura delle stesse, chi si aggiudica l’affidamento avrà la possibilità di installarvi targhe e cartelli con i suoi dati e l’attività che svolge.

La procedura di gara è valida per tre anni, l’elenco delle rotatorie/aiuole conta ben 30 voci e si può concorrere anche per più di una, come impresa singola o anche in forma associata. L’importante è che la manutenzione sia effettuata rispettando le norme del codice della strada.

C’è un però, anzi due. Precisamente si tratta degli articoli 13 e 14 del codice della strada, poi modificati nel 1998 in seguito all’entrata in vigore della Legge nazionale sulla mobilità ciclistica n.366. Il primo fa riferimento alla realizzazione di nuove strade, il secondo invece alla manutenzione straordinaria di quelle esistenti e impongono la realizzazione di piste ciclabili adiacenti.

Nello stesso contesto si inserisce anche la Legge regionale 1/2013 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”, il cui primo firmatario è l’ex consigliere regionale oggi sindaco di Bari Antonio Decaro. In materia di finanziamenti, la legge è chiarissima. Per la realizzazione di nuove strade o per la manutenzione straordinaria, il comma 4 recita: “sono concessi a condizione che il progetto dell’opera preveda la realizzazione di una pista ciclabile adiacente. La suddetta pista si deve estendere per l’intero sviluppo dell’arteria stradale, compresi sovrappassi, sottopassi e rotatorie”. Il successivo comma 5 va anche oltre: “I finanziamenti di cui al comma 4 possono essere revocati o decurtati nei casi in cui, in corso d’opera o a completamento della stessa, la pista ciclabile dovesse risultare stralciata in tutto o in parte dall’intervento”. Ora, la domanda è semplice: dove sono le piste ciclabili di cui sopra?

Riassumendo, nella città il cui sindaco è Antonio Decaro, ingegnere trasportista, nella regione che ha adottato una Legge sulla mobilità ciclistica promossa dallo stesso Decaro, quella legge viene violata sotto gli occhi di tutti e nessuno se ne cura, nemmeno lo stesso primo firmatario di quella Legge. Non bastasse, i finanziamenti non vengono revocati, ma vengono addirittura emanati degli avvisi pubblici affinché qualcuno, grazie alla pubblicità, ne tragga dei benefici.