«C’è stata una errata interpretazione da parte di altre testate giornalistiche del mio manifesto, la verità è che non ho mai inteso chiedere scusa né all’onorevole Ginefra né ad altri. Né ho mai fatto e deciderò di fare marcia indietro rispetto alle mie dichiarazioni pubblicamente rese in passato». Parola di Antonio Lomoro, sindaco di Valenzano, paese finito al centro delle polemiche alcuni mesi fa, quando durante la festa del Santo Patrono furono lanciate in aria alcune mongolfiere, una delle quali “sponsorizzata” dalla famiglia Buscemi. La questione è divenuta oggetto di una interrogazione parlamentare sollevata dall’onorevole Ginefra che, secondo il Sindaco, avrebbe così screditato l’intera comunità Valenzanese, etichettandola come mafiosa. Il manifesto a cui Lomoro si riferisce, è quello fatto affiggere giorni fa per invitare i cittadini a partecipare all’evento organizzato dal PD.

«All’incontro previsto al castello baronale di Valenzano con i vertici del PD a livello Nazionale e Regionale, il sottoscritto non è stato invitato» –  dice Lomoro – «E il mio manifesto altro non è che un modo pubblico per dare il benvenuto, come primo cittadino, alle Autorità, ribadendo la mia totale disponibilità a collaborare nella lotta alla criminalità. Ma anche un modo per ricordare che i cittadini di Valenzano aspettano ancora le scuse da parte dell’onorevole Ginefra, per la fretta con cui ha denunciato l’accaduto (festa patronale in corso) e per aver causato un inutile, ingiustificato clamore mediatico».

L’incontro al castello, naturalmente, c’è stato. Presente, tra gli altri, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi. Il sindaco non è stato l’unico assente, anche alle altre forze politiche non si sono fatte vedere, eccezion fatta per un paio di consiglieri comunali e un’assessore della giunta che governa Valenzano, giunta vicina al centrodestra sebbene sostenuta da liste civiche. Ci sono, invece, il sindaco di bari Antonio Decaro e il governatore della Puglia Michele Emiliano.

“Se qui c’è la mafia, questa fa del male alla comunità. E non fa male chi lo dice ma chi lo nega” ha detto la Bindi. “Vale per una mongolfiera, per un elicottero che passa su Roma, per l’inchino della statua di un santo. In questo modo la mafia dice: comandiamo noi. Sono fatti gravissimi, e c’è un amministrazione comunale che li nega. La lotta alla mafia non ha colore: bisogna evitare di trasformarla in uno strumento di lotta politica”.