Che i cinghiali ci siano sempre stati nella fauna di Lama Balice è un dato di fatto vecchio di secoli. Chi frequenta il Parco lo sa e può confermarlo. Ma perché negli ultimi tempi, sempre più frequentemente si segnalano incursioni di questi animali fuori dalla lama, per le vie del quartiere San Paolo? Secondo gli attivisti del gruppo Revolution la risposta c’è: il bracconaggio.

La vendita clandestina di carne di cinghiale frutta al mercato nero quasi 30 milioni di euro l’anno, spiegano gli attivisti. Una fetta di guadagno che fa sempre più gola a cacciatori di frodo. Motivo per cui, sostiene il gruppo Revolution, questi animali non escono dal parco per caso, la città non è il loro habitat naturale, ma vengono fatti uscire illegalmente dall’uomo.

A suffragare la tesi del gruppo attivista sono alcuni reperti rinvenuti nei pressi della recinzione del parco di Lama Balice. Davanti a dei varchi createi dell’uomo, non certo dai cinghiali, sono state rinvenute delle trappole usate da professionisti della caccia clandestina. In più sono state rinvenute cartucce di piccolo calibro, esplose per spaventare il branco e indirizzarlo verso i varchi con le trappole.

Il gruppo ha segnalato la circostanza al Corpo Forestale dello Stato, con una denuncia per attività venatoria illegale. Certo la vicenda, se verificata, aprirebbe ulteriori profili di rischio. Al pericolo costituito dal vagare per le strade di questi animali selvatici, si aggiunge quello biologico dato dalla commercializzazione di carne non regolamentata e potenzialmente infetta.