Alla vigilia dall’inaugurazione del Ponte ancora senza nome dell’Asse Nord-Sud, che collegherà via Tatarella con via Nazariantz, costruito a tempo di record dall’Amministrazione barese, ecco il dilemma: sarà percorribile in bicicletta come annunciato dal sindaco Decaro fin da quando era assessore alla mobilità della Giunta Emiliano?

Parrebbe proprio di no, almeno stando alle segnalazioni ricevute, che abbiamo deciso di verificare sul posto. La segnaletica orizzontale e verticale non c’è, ma soprattutto manca qualsiasi elemento che faccia pensare in maniera inequivocabile al transito delle biciclette. A dirla tutta, sembra proprio che alle due ruote nessuno abbia badato fin dalla fase progettuale. Non c’è traccia degli accorgimenti utili all’ingresso e all’uscita in condizioni di assoluta sicurezza per i ciclisti. Finora il Comune non ha diffuso alcun comunicato a riguardo dell’attraversamento ciclabile del ponte. Una mancanza che fa rumore se si pensa che fin da quando Decaro è stato assessore comunale alla mobilità nella prima Giunta Emiliano, ha deciso di puntare molto sulla realizzazione di piste ciclabili. I fatti, però, dicono diversamente.

IL SOPRALLUOGO DAL LATO DI VIA TATARELLA – Esternamente alle due corsie di marcia destinate ai mezzi a motore, inclusi quelli pesanti, il ponte presenta due corsie laterali, separate dal guard rail, come fossero percorribili a piedi. Ad indicarlo, però, non c’è alcun segnale. Di sicuro non è segnalata alcuna pista ciclabile. Ciascuna delle corsie laterali dovrebbe essere ciclabile a causa delle rispettive dimensioni che non consentono di dedicarne solo una al transito bidirezionale. A prescindere dal dettaglio, comunque non di secondaria importanza, la completa assenza degli indispensabili segnali stradali, la presenza di marciapiedi e gradini, l’assenza di scivoli e l’assoluta mancanza di qualsiasi tipo di integrazione con la viabilità della grande rotatoria di via Tatarella e quella che dalla rotatoria da un lato va verso Poggiofranco e dall’altro verso la Stanic, fa intendere che in bici non si possa transitare. Nessuno ci ha pensato, sia in fase di progettazione che durante la realizzazione. Un altro elemento che rafforza la nostra interpretazione è la presenza del guard rail, inadeguato e pericoloso per la sicurezza fisica dei ciclisti. Se le corsie fossero state pensate anche per loro, sarebbero dovuti essere immaginati altri e più appropriati elementi di protezione.

SOPRALLUOGO DAL LATO DEL CIMITERO – Arrivando dalla rotatoria di Via Crispi, lungo via Nazariantz, dove ci sono gli Uffici Giudiziari, la strada è stata riasfaltata e ci sono le strisce bianche per il parcheggio libero. Ciò indica che ci sarà traffico. Si arriva poi in un punto critico di confluenza: a sinistra con la rampa di discesa del ponte, a destra con l’ingresso pre-esistente di una scuola. Basterebbe già l’interferenza con la discesa dal ponte, qualora fosse anche ciclabile, per creare conflitto e quindi un punto dove il rischio di incidenti tra ciclisti e auto sarebbe elevatissimo. Ma il dubbio viene chiarito dal fatto che scendendo dal ponte, la corsia laterale a quella carrabile, qualora fossero anche ciclabili, non prevedono oggi l’immissione in direzione Via Napoli perché il guard rail blinda ogni passaggio in entrata e in uscita. Nessun ciclista, si fosse immesso da via Tatarella, potrebbe uscire per raggiungere via Fiore. E qualora riuscisse a passare, si troverebbe come un birillo tra le auto che scendono dal ponte e quelle che arrivano da via Nazariantz, senza alcuna corsia di protezione e senza segnali stradali, trovandosi a confluire poi nella rotatoria che, secondo gli addetti ai lavori, quando priva di “anello” ciclabile, diventa pericolosa per le biciclette. Nessun collegamento ciclabile è stato previsto con la pista di via della Carboneria, sul solco delle piste ciclabili baresi: indipendenti tra loro, in alcuni casi persino inutili e pericolose.

DIMENTICANZA O NEGLIGENZA? – Anche la rampa dal lato opposto del ponte presenta la stessa situazione. Per dimostrarvi ciò che diciamo ci siamo presi la briga di fotografare tutto ciò di cui stiamo scrivendo. E qui arriva la domanda del ciclista: si è trattato di una dimenticanza, di negligenza o di imperizia in sede di progettazione, direzione ed esecuzione dei lavori per la costruzione di un ponte costato ben oltre la cifra inizialmente prevista? Possibile che nessuno si sia ricordato di verificare negli anni che le promesse dell’allora assessore Decaro fossero mantenute nel tempo dal sindaco Decaro? Per l’ennesima volta è stata persa una buona occasione per passare alla storia, soprattutto visti i finanziamenti ingenti spesi per realizzare il ponte, sotto questo aspetto più strampalato che strallato.

La replica dell’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Galasso.