Due giorni fa vi avevamo proposto il racconto da incubo fatto dalle figlie di un 80enne morto nel reparto di Neurologia del Policlinico di Bari. Un altro caso di malasanità di sistema, in cui in discussione non è il trattamento di un singolo paziente, ma piuttosto la gestione complessiva del rapporto col paziente in ospedali che sulla carta dovrebbero essere delle eccellenze. Oggi, invece, dedichiamo la copertina a un’altra vicenda, diametralmente opposta. Sì, perché siamo convinti che di medici bravi e di reparti ben gestiti è piena la Puglia, anche quella che il Piano di riordino vuole cancellare, accorpare o declassare.

LA STORIA – Il racconto porta la firma di Felice Spaccavento, il medico che avevamo aiutato a incontrare il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al quale aveva sottoposto la sua idea di riordino della sanità regionale per il nord barese: un unico Ospedale di I Livello, accorpando quelli esistenti in un’unica sede. “… Questa sera ho iniziato il mio turno andando a salutare Giuseppe – scrive il meidco – un paziente arrivato in condizioni disperate nella Medicina del nostro ospedale. Lo abbiamo trattato in sinergia con le varie specialità, siamo stati accanto a lui giorno e notte e questa sera è seduto sul suo letto. Al buio di questi giorni forse ora segue l’Alba e se questo succede ai pazienti, perché non può accadere alle idee?”

L’APPELLO – Vi chiedo di leggere fino in fondo perché non dobbiamo essere in pochi – chiede il medico ai cittadini di Corato, Molfetta, Ruvo, Terlizzi, Giovinazzo – perché il prossimo autunno sarà molto caldo sui temi riguardanti la sanità per la nostra area, che conta un’utenza di più di 200mila persone. La nostra salute va tutelata. Spero di non anoiarvi. Grazie a ciascuno di voi per l’aiuto che darete anche solo parlandone con il vicino, condividendo. E se alla fine saremo in tanti vuol dire che non mi sono sbagliato e anche la politica avrà la sensibilità di ascoltarci. Forse non sono tutti uguali!

L’OSPEDALE UNICO DEL NORD BARESE – Non è tutto deciso (il riferimento è al Piano di riordino ospedaliero ndr.), possiamo cambiare il corso di questa storia e farla diventare una storia affascinante, in cui questi bellissimi paesi si sono uniti per costruire e non per distruggere. Non devono essere sempre le tragedie ad unire. Rispondiamo alle tragedie di quest’estate con un terremoto di “condivisone di un progetto”. Da domani stileremo un documento e chiederemo a tutti gli operatori sanitari dei tre nosocomi coinvolti, la disponibilità all’accorpamento. La sede non saremo noi a sceglierla, ma qualsiasi sia la dovremo accettare pur di avere un Ospedale di I Livello del Nord Barese, ovviamente integrato con un potenziamento del servizio Emergenza-Urgenza e con i servizi territoriali e ambulatoriali e con servizi assistenziali dal primo al terzo livello. Preferisco perdere una sola volta e non ogni giorno come stiamo facendo. Questa è l’unica occasione che abbiamo.

LA PROPOSTA – Il Piano di riordino prevede la chiusura dell’Ospedale di Terlizzi e la trasformazione dell’ospedale di Molfetta e Corato in ospedali di base – spiega Spaccaveto – che perderebbero molte branche tra cui la Ginecologia, Pediatria, Urologia, Nefrologia, Dialisi, i vari servizi dell’ospedale di Terlizzi, che vanta un’ ottima Oculistica e un ottimo servizio di Diagnosi prenatale. Avremmo degli ospedali che morirebbero subito per la loro stessa natura, ma comunque incompleti a soddisfare i bisogni di questo grande bacino. La nostra proposta è invece quella di accorparci in un unico ospedale tra Molfetta, Terlizzi, Corato (ribadisco uno dei tre attualmente esistenti) e renderlo il più completo possibile, con tutte le branche che ho appena elencato assieme al Medicina, Chirurgia, Ortopedia e in più una Rianiamazione di 6 posti letto, che sarebbe una novità assoluta per la nostra area da sempre sprovvista di un reparto così importante (Io ho perso mio padre nella Rianimazione di Altamura e quei viaggi li ricordo ancora minuto per minuto). Avremmo una Cardiologia potenziata, un’unica Banca del sangue, una unica Farmacia Ospedaliera, un unico Laboratorio, una Radiologia h 24. Un solo Ospedale sarebbe il riferimento di questa area importante. Su questa proposta c’è stata apertura politica e su questa proposta dobbiamo lavorare; dobbiamo rinunciare ad avere l’Ospedale dietro casa, ma pretendere di averne uno che sia degno di tale nome. Non possiamo aspettare e subire questo destino ma farci propositivi e provare ad aver fiducia e magari a sognare. È un progetto difficile, ma lo dobbiamo ai nostri figli, dobbiamo essere ricordati non per l’orticello che abbiamo salvato, ma per il campo esteso pieno di girasoli che lasceremo ai nostri bambini. La buona sanità si può fare anche al Sud.