I FATTI IN BREVE – Il direttore generale del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli, ha ammesso che la delibera 1030 del 14 luglio 2016, contiene un “errore materiale”. Il provvedimento è quello da 183mila euro relativo alla proroga dell’affidamento diretto all’Apulia Gss onlus per il reclutamento dei cardiologi necessari all’espletamento del servizio di telecardiologia. Un errore di cui nessuno si sarebbe accorto se il 29 luglio scorso non avessimo pubblicato i documenti. Furono proprio quelle carte, poche ore dopo, a spingere il Consorzio Italia a chiedere al Policlinico di Bari le scuse e la revoca della delibera. Per giustificare l’affidamento diretto della fornitura di spaecialisti, infatti, Dattoli aveva dichiarato che la Cooperativa Apulia Gss onlus era iscritta al Consorzio Italia oltre che la sola in grado di provvedere. E per questo aveva citato un’altra delibera della Asl BT, che si era avvalsa proprio del Consorzio Italia per una fornitura analoga. Peccato, però, che la cooperativa citata nella delibera della Asl BT fosse appunto l’Apulia Soccorso e non l’Apulia Gss onlus. Insomma, sgamati ancora una volta.

IL TRAPPOLONE – Galeotto fu il protocollo numero 32713/DG del 21 aprile 2016, inviato dal Policlinico al dottor Giovanni Gorgoni, responsabile della sanità regionale della Puglia, per giustificare l’affidamento dei medici della telecardiologia – a quanto pare illegittimo – all’Apulia Gss onlus. Il tutto grazie ad “accordi verbali”. Esattamente come si usava una volta tra galantuomini. Una vigorosa stretta di mano, si sa, vale ben più della burocrazia.

LA RISPOSTA DI DATTOLI AL MOVIMENTO 5 STELLE TRAMITE TELENORBA – Sulla vicenda della fornitura dei medici per la telecardiologia erano intervenuti anche tre consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, capitanati da Antonella Laricchia. Per puro caso ci siamo imbattuti in un’intervista rialsciata a Telenorba dal direttore generale del Policlinico. La stessa emittente per cui lavora o ha lavorato, tramite la sua azienda Doctor SRL, Daniele Amoruso, dipendente del Policlinico in odore di pensione. Per intenderci, Amoruso è quello secondo cui, parlando di telecardiologia, disse: “… nel pubblico, tu sai bene, uno può decidere di spendere di più, di farlo funzionare un po’ meno bene, ma lo fa funzionare”. Nell’intervista Dattoli dichiara con serenità che quelli nella delibera incriminata erano “errori commessi in buona fede”. Non ne dubitiamo, per carità, ma chissà cosa sarebbe successo se non ci fossimo accorti noi di quegli errori.

I LIMITI DELLA TELECARDIOLOGIA – Il fatto che Dattoli abbia ammesso l’errore ci rende orgogliosi, seppure il direttore generale non ci ha ringraziato per la scoperta, anzi, da lui ci siamo beccati una denuncia proprio per i nostri articoli giudicati faziosi. Tutto ciò nonostante  gli infermieri IPASVI continuino a parlare dei gravi disservizi della telecardiologia, che rischiano di mettere a repentaglio la vita delle persone.

LE RASSICURAZIONI DI DATTOLI – Durante l’accomodante uscita tv, Dattoli ha argomentato non solo sulla certificazione delle spese (andate ben oltre i 600mila euro giurati al Presidente Emiliano durante la celeberrima conferenza stampa del 3 novembre 2015), ma anche sui regolari turni effettuati dai cardiologi. Turni che, a suo dire, rispettano gli accordi con i sindacati sugli orari per le prestazioni aggiuntive. Una parola di conforto è arrivata anche sul giusto compenso da dare al consorzio CONSIS per la manutenzione del software Helis. Manutenzione che, pur non essendo il software certificato, non può costare meno di 400mila euro. Soldi manco a dirlo dati per affidamento diretto e delibera postuma.

MA CHI HA COMMESSO L’ERRORE? – Dopo aver ascoltato e visto l’intervista, abbiamo compreso che probabilmente ci saremmo beccati l’ennesima denuncia. Il nostro lavoro investigativo è stato smontato ad arte, almeno quanto è stata smantellata la dura replica del Consorzio Italia, che chiedeva la revoca del documento “strategico” ai fini dell’assegnazione dell’appalto. Parliamo sempre della delibera 1030, quella in cui per un “errore materiale commesso in perfetta buona fede”, era stato scambiata l’Apulia Soccorso per l’Apulia Gss Onlus. Dottor Dattoli, la preghiamo, ci dica chi lo ha commesso quell’errore.

LE INTENZIONI DI DATTOLI – Non potevamo neppure immaginare che per sanare quel banale errore, sarebbe bastato “rettificare” la delibera 1030 e “cassare” il richiamo alla nota allegata alla delibera. Invitiamo invece il dottor Gorgoni, al quale la nota era indirizzata, di non tenerne conto, seppure quella nota giustificava il perché del ricorso senza gara all’Apulia Gss onlus, unica Cooperativa a poter fornire il servizio, e di “cassare” a sua volta, con un “bianchetto”, quella parte di lettera in cui pare si sia dichiarato il falso. Come dice il direttore generale, si tratta di un “errore commesso in buona fede”. Errore “scoperto”, solo dopo la nostra segnalazione, da un “approfondimento istruttorio (?) fatto dall’area approvvigionamento e patrimonio”.

LA RISPOSTA AL CONSORZIO ITALIA – Guardando il video sul sito di Telenorba, al secondo 35 abbiamo notato una lettera sulla scrivania di Dattoli. Era quella di risposta al Consorzio Italia. È stato sufficiente fare un fermo immagine per ricostruire il testo integrale della missiva, che riproponiamo integralmente.

LA LETTERA INTEGRALMENTE TRASCRITTA –
Regione Puglia
Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico
Direzione Generale
Prot. n. 63038/DG del 5 agosto 2016

Spettabile Consorzio Italia-Lecce  – Trasmesso all’indirizzo PEC: [email protected]

OGGETTO: riscontro nota Consorzio Italia – Diffida prot. n. 32713/DG del 21 aprile 2016 avente ad oggetto: “Riscontro nota prot. n. A00152/3488 del 30 marzo 2016 relativa all’interrogazione consiliare n. 208/16 Richiesta chiarimenti” – Rettifica.

In riferimento alla vostra nota indicata in oggetto trasmessa a mezzo PEC in data 29 luglio 2016, si comunica che alla base delle notizie pubblicate dagli organi di stampa in merito alla Deliberazione n. 1030 del 14 luglio 2016, si è disposto un approfondimento istruttorio in merito a quanto segnalato dal “Quotidiano Italiano – Edizione di Bari” in data 29 luglio 2016 e, preso atto dell’errore materiale commesso in perfetta buona fede, si è disposto affinché l’Area Approvvigionamento e Patrimonio provveda a rettificare la deliberazione del DG n. 1030 del 14 luglio 2016 al fine di “cassare” il richiamo alla nota prot. 32713/DG del 21 aprile 2016 quale parte integrante e sostanziale del predetto provvedimento, fornendo debita informazione che, la Cooperativa Apulia GSS Onlus di Andria non fa parte del Consorzio Italia, che risulta essere completamente estraneo alla vicenda. Sarà cura della scrivente Direzione fornire informazioni in merito all’atto rettificato ad avvenuta adozione dello stesso.

Distinti saluti
Il Direttore Generale
Dott. Vitangelo Dattoli

ALTRO CHE ERRORE MATERIALE… – Non ci vuole un magistrato o l’Anticorruzione per comprendere che potrebbe non trattarsi di “un errore materiale”, ma sostanziale, che deve obbligatoriamente portare alla revoca della delibera con tutte le conseguenze che dovrebbero seguire. A questo punto qualcuno dovrebbe pur prendersi qualche responsabilità e intervenire. Anche “l’omissione di atti d’uffico” è un reato perseguibile, e nella vicenda della telecardiologia di “omissioni” ne abbiamo viste già tante. Siamo pronti – come detto in altre occasioni – a documentarle a chiunque ce lo chieda, con dovizia di particolari e documenti ufficiali.

IL SUGGERIMENTO – Per evitare altri “errori materiali”, vorremmo ricordare al dottor Vitangelo Dattoli, che l’Apulia Gss onlus non è l’unica cooperativa sul mercato in grado di fornire specialisti. La gara d’appalto non poteva essere evitata. Salvo poi verificare se queste cooperative onlus (?) siano davvero abilitate a fornire “dirigenti medici”. Su questo punto, però, siamo certi che l’ispettorato del lavoro non avrà difficoltà ad accertare se sussistano i requisiti di legge per il tipo di attività svolta.

IL CONSIGLIO DI STATO SULL’ISTITUTO DELLA RETTIFICA – Per una maggiore comprensione della faccenda, vi forniamo lo stralcio di una sentenza del Consiglio di Stato (reperibile integralmente su internet). Sez. VI, sentenza 5 marzo 2014 n. 1036: “Ai fini dell’inquadramento di atto amministrativo non assume rilievo dirimente l’auto qualificazione datane dall’amministrazione emanante, dovendo si invece aver riguardo al suo contenuto sostanziale ed alla funzione da esso perseguita.

L’istituto della rettifica consiste nella eliminazione di errori ostativi o di errori materiali in cui l’amministrazione sia incappata, di natura non invalidante ma che diano luogo a mere irregolarità.

Affinché ricorra una ipotesi di errore materiale in senso tecnico-giuridico, occorre che esso sia frutto di una svista che determini una discrasia tra manifestazione della volontà esternata nell’atto e volontà sostanziale dell’autorità emanante, obiettivamente rilevabile nell’atto medesimo e riconoscibile come errore palese secondo un criterio di normalità, senza necessità di ricorrere ad un particolare sforzo interpretativo, valendo il requisito della riconoscibilità ad escludere l’insorgenza di un affidamento incolpevole del soggetto destinatario dell’atto in ordine alla corrispondenza di quanto dichiarato nell’atto e ciò che risulti effettivamente voluto.

Né alla rettifica si può far luogo oltre un congruo limite temporale, onde non pregiudicare la certezza dei rapporti, specie in caso di incidenza pregiudizievole sulla situazione giuridica del destinatario dell’atto”.

LA FATTISPECIE – Al caso di specie, per essere precisi, non potrebbe essere applicato l’istituto della rettifica, anche perché ci sono atti connessi, parte integrante di una istruttoria preliminare, con cui il direttore generale ha voluto dimostrare che Apulia Gss onlus è l’unica a poter fornire cardiologi in modo da giustificare l’affidamento diretto, fermo restando che non avrebbe potuto farlo per quell’importo. Ad essere analizzata dovrebbe essere la sostanza della delibera numero 1030 del 14 luglio 2016.

Pur rettificando con la non appartenenza della onlus Apulia Gss al Consorzio Italia, comunque pare si tratti di un affidamento ai limiti della leicità. Perché non si è fatta la gara? Perché si è proceduto all’affidamento diretto di un servizio del valore di 183mila euro? Non ci risulta, infine, che la onlus sia una struttura iscritta presso il Ministero competente per fornire lavoro, seppur professionale, di natura interinale. La delibera 1030 dev’essere revocata, non rettificata.

LA CONCLUSIONE – Avevamo sentito ancora una volta l’inconfondibile puzza di bruciato di cui ormai è impregnata la telecardiologia. Leggendo la delibera 1030 del 14 luglio 2016, eravamo certi di aver fatto centro. Questa volta a confermare la nostra tesi è addirittura il direttore generale del Policlinico. Oggi cresce la sensazione che qualcuno potrebbe prendersi la briga di catalogare quanto riportato nelle carte come “falso in atto pubblico” o addirittura “falso ideologico”. A stabilire di che si tratta, però, non possiamo certo essere noi.