Vittorio Sgarbi mette i suoi puntini sulle i, in merito alla vicenda della cena non pagata all’osteria di Chichibio, a Polignano, che lo ha visto, suo malgrado, coprotagonista. Il critico d’arte affida alle pagine di Repubblica.it la sua posizione su quanto accaduto, pubblicando una lettera asua firma.

L’organizzazione del festival de Libro Possibile aveva preso accordi con il ristorante per la cena di Sgarbi, di Michele Ainis, co-autore con Sgarbi del libro presentato a Polignano, e delle rispettive compegne. Il critico spiega di non aver scelto il ristorante ma di esservi stato indirizzato e, “Pensando di fare cosa non sgradita al proprietario del locale”, spiega, ha invitato l’attore Riccardo Scamarcio, cui si è aggiunto il fotografo Enrico Tedeschi: “Che non ha mangiato”, poi altre tre amiche, poi altre due conoscenti. Si aggiungano i due autisti dei due autori ed ecco che si arriva a 13 a tavola. Poi dici che non porta sfiga.

“Io non ho neanche per un attimo pensato di dovermi occupare del conto, ritenendo che fosse compito del festival, occorre rilevare come nessuno abbia sollevato l’argomento, indicando il numero chiuso degli ospiti” – Scrive il critico d’arte, e continua: “Se il proprietario avesse posto a me, o a qualcuno dell’organizzazione del festival, la questione, si sarebbe ovviamente comunicato ai commensali intervenuti che avrebbero dovuto pagare la loro quota”.

Insomma, commenta Sgarbi, tra chi era originariamente previsto e chi non ha mangiato, i coperti rimasti “scoperti” sarebbero soltanto tre. Tuttavia, ciò che il professorere non ha digerito di quella cena sono le insinuazioni di chi sui social l’ha commentata. “Per non sentirmi rinfacciare una cena prenotata dagli organizzatori del festival, che soli ne devono rispondere, eviterò per il futuro di partecipare al Libro Possibile”.