Due più due fa quattro, da che il mondo è mondo. Scoprire che la storia della mamma e della figlia ritrovate abbracciate non fosse vera dopo il riconoscimento delle vittime e la conta dei feriti è stato semplice. Due più due fa quattro, da che il mondo è mondo.

La notizia clamorosa è stata ripresa da chiunque, anche da noi. In tanti ci hanno ricamato servizi e speciali pubblicati in ogni angolo del mondo su quel gesto tenerissimo, che in relatà non c’è mai stato. A raccontarlo sono state due soccorritrici, tra le prime ad arrivare sul posto. In tanti adesso chiedono le teste di quelle due donne. “Non voglio neppure uscire di casa – spiega Enza De Venuto, una delle due soccorritrici – Ricevo insulti e telefonate, qualcuno vorrebbe fossero presi provvedimenti disciplinari nei nostri confronti. Sto malissimo, mi creda. Non ha idea di come ci si possa sentire”.

Ma cosa è successo relamente? “Io e la collega – spiega la donna con la voce tremante – siamo state tra le prime ad essere arrivate sul posto, essendo partite da Corato. Mentre attraversavamo i binari, grazie a una scala messa a disposizione dai Vigili del Fuoco, ci invitavano a non procedere, perché stavano coprendo una mamma e una figlia trovate abbracciate. È vero, ci siamo fidate in maniera ingenua di chi ce lo raccontava. Erano in tanti, tutti con la stessa versione. Ci abbiamo creduto, non avremmo dovuto. Siamo rimaste colpite da quella scena e l’abbiamo fatta nostra, raccontandola davanti alle telecamere”.

La domanda è: cosa cambia rispetto all’abnegazione delle due soccorritrici, rimaste sul posto per 24 ore, con una pausa per sfinimento nel pomeriggio? A nostro avviso nulla. Piuttosto ci sono tanti “responsabili” di varie strutture, pubbliche e private, che si sono appuntati medaglie davanti a quelle stesse telecamere senza neppure essersi sporcati le mani. Enza De Venuto e Marianna Tarantini hanno visto la morte: crani sfondati, gambe appese, volti sfigurati. Hanno vissuto lo strazio di mogli e madri. Si sono sporcate le mani di sangue e il cuore di quella tragedia. Hanno commesso l’errore di dare per buono quel racconto, facendosene portavoci. In quelle circostanze può succedere. Ciò che non sarebbe dovuto accadere è lo scontro frontale tra due treni lanciati a più di cento chilometri all’ora. Due treni pieni di gente rimasta ammazzata senza purtroppo un ultimo abbraccio.