«Il modo migliore per onorare e rispettare i morti, i feriti e le famiglie coinvolte dal terribile incidente ferroviario in Puglia è smetterla con le strumentalizzazioni di vario tipo della tragedia pugliese e le dietrologie dei cosiddetti esperti che stanno inondando i media in questi giorni. Lo scontro dei due treni di Ferrotramviaria, che, ricordiamo, è una realtà di eccellenza nel panorama del trasporto ferroviario regionale, è stato una concomitanza di circostanze eccezionalmente negative. Il nostro non è un modo fatalista di liquidare la faccenda, ma riteniamo indispensabile che passato lo choc iniziale si cominci a ragionare a mente fredda». Inizia così un lungo comunicato stampa dell’ASSTRA Associazione nazionale trasporti a cui aderiscono la maggior parte delle imprese di trasporto pubblico locale operanti in Italia, tra cui 25 imprese ferroviarie regionali.

«Il tema all’ordine del giorno è la sicurezza delle linee ferroviarie regionali diverse dalla rete gestita da RFI – prosegue il comunicato – stiamo parlando di una rete di circa km 3.500 per la quale, come associazione di rappresentanza del settore, stiamo chiedendo da tempo di applicare la stessa politica di investimenti a suo tempo adottata per la rete di RFI subito dopo gli incidenti di Piacenza e di Crevalcore».

«Apprendiamo dal ministro Delrio che ora sono disponibili per questa tipologia di rete ferroviaria 1,8 miliardi di euro. Questa è una buona notizia – commenta l’ASSTRA – perché il tema della sicurezza ferroviaria è un tema nazionale da affrontare con interventi statali ad hoc. Alcune regioni, a partire dalla Puglia, stanno facendo investimenti significativi in questo senso ma non possono essere lasciate sole».

«Gli stanziamenti preannunciati dal Ministro dei trasporti potrebbero essere un primo passo positivo a cui, però – aggiunge l’associazione – dovranno seguire atti concreti, concordati con le regioni, secondo un programma che ha necessariamente bisogno di un tempo congruo per essere realizzato. Nel frattempo è essenziale chiarire che le linee regionali in questione sono tutte dotate di sistemi di sicurezza adeguati alla tipologia di traffico svolto, i sistemi attualmente in uso sono: blocco conta assi su 1260 km di linee; blocco automatico su 810 km; blocco telefonico su 751 km; distanziamento a tempo e servizio a spola su 600 km, ecc. Il tema, piuttosto, è quello dell’implementazione dei più moderni sistemi tecnologici che, riducendo al minimo i rischi legati al fattore umano, aumentino i livelli sicurezza già esistenti che si fondano su sistemi tecnologici adeguati alle caratteristiche e alla capacità delle reti».

«A proposito di tecnologia – sottolinea l’ASSTRA – va detto con chiarezza che il sistema di messa in sicurezza automatico (i cosiddetti SCMT e SCC) che copre una buona parte della rete RFI, di per sé non è la panacea, per questo il tavolo tecnico, da avviarsi al più presto, dovrebbe analizzare le diverse soluzioni per intervenire su tutte le reti in modo globale con soluzioni integrate».