In seguito a un avviso pubblico, il complesso Agorà della Iea S.p.A. fu scelto nel 2011 dal Comune di Bari per ospitare una serie di uffici. 10.300 metri quadri, con la possibilità di arrivare a 28mila, per un canone annuo di 660mila euro, privo di barriere architettoniche, totalmente cablato, completamente a norma, Agorà era ed è tuttora subito pronto a ospitare le ripartizioni comunali, tant’è che con la delibera 792 del 2011 venne stabilito di trasferire con urgenza gli uffici.

Nonostante l’immediata esecutività della delibera, nulla si mosse. Prima la necessità di una nuova sistemazione per il tribunale penale, poi il dimenticatoio. La struttura è erimasta sfitta e le ripartizioni comunali al loro posto. Tutto questo fino a oggi, quando il 28 febbraio il Comune emana un nuovo “avviso pubblico per manifestazione di interesse alla locazione di immobili ad uso istituzionale”.

Nicola Rafaschieri, amministratore di Iea, chiede la sospensione di questo bando e l’esecuzione della delibera del 2011 che identificava nel complesso Agorà lo stabile migliore al miglior prezzo per ospitare gli uffici comunali. Il 15 marzo l’avviso pubblico viene ritirato, ma poche settimane più tardi, il 9 maggio, il Comune ne emette uno nuovo, estremamente dettagliato e specifico, cui perviene un’unica proposta, quella della IM.CO. S.p.A. riconducibile alla famiglia Matarrese

L’mmobile della IM.CO. è in via Caduti di tutte le Guerre, a Japigia, lo stesso che per anni ha ospitato l’assessorato alla Sanità della Regione Puglia. Sette piani di cui solo il primo è in condizioni di ospitare uffici, da una relazione tecnica commissionata dal Comune risulta che l’immobile, tra le altre cose, non sia cablato, l’impianto elettrico necessita di una revisione, gli infissi non sono a norma di sicurezza, manca l’impianto di condizionamento e quello di riscaldamento è centralizzato con caldaia a gasolio, non è a norma per i diversamente abili, iservizi igienici sono obsoleti, tutti requisiti specificamente chiesti nel bando. Il tutto a un canone di locazione annuo di poco più di 890mila euro annue, ben 230mila euro in più del canone proposto per il complesso Agorà. In più, si apprende dalla relazione, l’immobile non è pienamennte conforme a quanto richiesto dal bando ma l’offerente si è impegnato ad adeguarlo.

La questione ora è in mano alla Magistratura. Rafaschieri ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bari e sottoposto le carte alla Commissione Trasparenza del Comune. Noi abbiamo cercato di ottenere delle risposte in merito dall’Amministrazione Comunale, ma non è stato possibile riceverne. Pertanto, restiamo a disposizione di chiunque, dal Comune, voglia aiutarci a comprendere meglio quello che all’evidenza risulta un grossolano sperpero di denaro pubblico.