Nel giorno in cui arriva la conferma che la prima partita della Nazionale di calcio guidata da Giampiero Ventura, l’amichevole con la Francia, si giocherà a Bari, al San Nicola, il primo settembre, dal Comune di Bari giunge notizia di un braccio di ferro proprio sullo stadio. Al centro della disputa c’è la concessione in gestione dell’impianto e gli interventi di manutenzione straordinaria ad esso connessi. A scontrarsi da un lato c’è il collegio di revisione dei conti del Comune di Bari e dall’altro il segretario generale dell’amministrazione Mario D’Amelio.

In una comunicazione datata 9 giugno 2016, i revisori comunicvano al Sindaco, al segretario generale, al direttore di ripartizione e per conoscenza al presidente del consiglio comunale che per ottemperare alla richiesta di un parere sulla concessione in gestione dello stadio erano necessari una serie di elementi che, allo stato delle cose, mancavano.

Nello specifico, per emettere un verdetto, il collegio chiedeva  il capitolato speciale relativo agli interventi di manutenzione straordinaria da porre a carico del concessionario per tutta la durata della concessione, il piano economico-finanziario della concessione pluriennale  e la disciplina delle modalità di erogazione del servizio da parte del concessionario.

A questa comunicazione, il 17 giugno seguente, il segretario generale del Comune, D’Amelio, rispnodeva con una nota conciliante ma perentoria. Certo, il collegio dei revisori aveva ragione a chiedere quei documenti, perché effettivamente è giusto: per poter fornire un parere sulla concessione occorrono documenti tecnici ulteriori, rispetto alla proposta.

Tuttavia, segnalava D’Amelio, “In questa fase, la proposta di delibera che si intende sottoporre all’approvazione del Consiglio comunale concerne solo le linee di indirizzo che manifestano la volontà dell’amministrazione di dare in concessione la gestione dello stadio San Nicola […] demandando al Consiglio il compito di condividere gli indirizzi di massima per l’organizzazione del servizio.
Tali indirizzi saranno osservati in fase esecutiva dalla struttura burocratica per la predisposizione degli atti funzionali all’individuazione del concessionario, ed il Consiglio comunale che sarà nuovamente chiamato – per competenza – all’approvazione del contratto di concessione del servizio di gestione dello satdio San Nicola, si avvarrà ex lege del supporto del Collegio dei revisori che potrà esprimere il parere anche sulla base della documentazione richiesta”.

In sostanza, il messaggio ai revisori è: fate una cosa all’acqua di rose perché per ora occorre solo capire se il Consiglio intende o no concedere in gestione lo stadio. Poi, quando il Consiglio dovrà approvare il contratto di concessione, allora avrete anche i documenti che avete chiesto adesso, perchè allora serviranno.

Alla nota del segretario generale, oggi è seguita la risposta del collegio dei revisori che ribadisce la propria posizione: “Si riserva di esprimere il parere di propria competenza previa predisposizione, da parte della competente struttura burocratica, dei relativi atti formali necessari per la valutazione e sulla scorta degli elementi in essi contenuti”.  Per la serie: sbatti la testa dove vuoi, ma noi senza quei documenti non esprimiamo alcun tipo di parere.

Ora, il parere del Consiglio dei Revisori è vincolante rispetto alla questione concessione, tanto più che qualora il Consiglio comunale non dovesse attenersi al parere dei revisori, dovrebbe motivare tale scelta, come previsto dall’articolo 239 del Testo Unico degli Appalti. Quello che forse non è chiaro al segretario generale D’Amelio è che non mettere il collegio dei revisori nelle condizioni di esprimere un parere equivale a mandare all’aria la possibilità di dare in concessione la gestione dello stadio, con tutto ciò che questo comporta.

Dare in gestione lo stadio, non significa banalmente permettere alla squadra della città di giocare al San Nicola, ma si parla dell’affidamento di servizi come parcheggio, bar, organizzazione di eventi e concerti e tutta una serie di attività pecuniarie che comportano un certo introito finanziario. Si tratta di gestire un servizio che genera risorse, il Comune in cambio deve ottenere la migliore delle contropartite e non può permettersi di regalare lo stadio della città.