Da questa mattina è stata riaperta al traffico la direzione di marcia, che va dal lungomare al quartiere Japigia, del ponte Giuseppe Garibaldi, lungo via Di Vagno. La riapertura è avvenuta con sei giorni d’anticipo rispetto al cronoprogramma grazie al maggior numero di operai impiegati sul cantiere e al prolungato orario di lavoro, che in alcuni giorni è cominciato alle ore 6.30 ed in altri è proseguito oltre le ore 20.

Gli interventi hanno riguardato la sostituzione di sei giunti di dilatazione, il rifacimento della pavimentazione in asfalto, il sollevamento e la contestuale pulizia dei pozzetti per la raccolta delle acque bianche, il rifacimento della segnaletica orizzontale e la tinteggiatura del cordolo centrale spartitraffico e del bordo del marciapiede laterale.

Conformemente al programma dei lavori e all’ordinanza emessa, da lunedì 27 giugno si procederà alla chiusura al traffico delle corsie del senso di marcia opposto al fine di eseguire le stesse lavorazioni effettuate fino ad oggi. Anche in questo in caso è stato stimato un periodo di due settimane per l’esecuzione e il completamento dei lavori.

“Confidiamo di poter riaprire il ponte prima di due settimane – ha commentato Giuseppe Galasso – cosa possibile solo se non dovessero sorgere problemi durante la fase di rimozione dei vecchi giunti ammalorati. Voglio ringraziare gli operai, i tecnici e gli agenti di Polizia municipale che hanno consentito questo risultato, gestendo al meglio i disagi che la chiusura di un ponte urbano inevitabilmente comporta. Abbiamo messo in campo tutti gli accorgimenti per ridurre al minimo le difficoltà programmando gli interventi al termine delle attività scolastiche e in un periodo caratterizzato da giornate più lunghe, proprio perché non era opportuno lavorare di notte per la vicinanza di numerose abitazioni. Durante questa prima fase del cantiere avremmo voluto istituire il doppio senso di marcia, con una corsia per ogni direzione, ma non è stato possibile in quanto la larghezza della semicarreggiata del ponte, costruito diversi anni fa, è troppo ristretta e, quindi, l’operazione sarebbe risultata poco sicura”.