Pasquale Pace, 77 anni, vice Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bari. Impegnato a livello locale e nazionale per promuovere la figura professionale del commercialista, nel tempo si è occupato di promuovere e dirigere numerose commissioni di studio a livello nazionale. Medaglia d’oro al merito professionale del Consiglio Nazionale dei Ragionieri Commercialisti. Da sempre è impegnato nel difendere la figura del commercialista, evidenziandone la sua importanza e la sua rappresentazione nella società. Lo abbiamo intervistato per comprendere quali siano le prospettive della categoria per il futuro a seguito delle prossime elezioni.

Qual è lo stato della categoria dopo l’unificazione?
«L’unificazione avrebbe dovuto rappresentare una ghiotta occasione per entrambe le categorie (dottori e ragionieri) destinatari di identiche competenze professionali per una forte rappresentazione della professione sul territorio, ma il percorso sì è mostrato più arduo del previsto. Alla fine del 2016 termina il periodo transitorio previsto dal D. Leg. 139 del 2005 che ha consentito, in maniera proporzionale, elezioni separate nelle due categorie fuse. Il 2017 dovrebbe iniziare la vera e propria integrazione a seguito di elezioni non più suddivise, ma comuni. In questi anni ho cercato con l’aiuto degli altri consiglieri ragionieri uscenti che mi piace ricordare nelle figure delle più rappresentative, Antonio Ventrella tesoriere, Giuseppe Accettura (consigliere), Giuseppe Diretto (consigliere), Nicola Romito (revisore) di tessere un rapporto di estrema collaborazione con la compagine dottori acquisendone il rispetto e la condivisione degli obbiettivi. Direi, usando una perifrasi bellissima, che siamo stati in trincea, per agevolare il raggiungimento di tale finalità ricercando una comune collaborazione, ma soffrendo, comunque, la condizione di minoranza inevitabilmente prevista in sede di unificazione. I risultati raggiunti, peraltro, non lo sarebbero stati senza aver trovato interlocutori attenti ed in prospettiva possiamo asserire di essere pari tra pari. Purtroppo la categoria ragionieri, dopo l’unificazione, non ha potuto avere, per la soppressione del titolo, una crescita esponenziale ed i numeri sono rimasti fermi al 2007 per cui in questi otto anni si sono man mano assottigliate quelle forze proprie dei “ragionieri” rivenienti dal glorioso passato. La quasi totalità delle responsabilità e delle rappresentanze della categoria e la necessità per conservarne la tradizione è caduta sulle spalle dei suoi rappresentanti nell’Ordine unificato e molte, troppe volte ci siamo sentiti soli. Oggi si sono create tutte le premesse perché il futuro ci veda perfettamente integrati nel nuovo Ordine,occasione che non va sciupata».

Nell’ottica di una ritrovata coesione, quali gli obbiettivi da raggiungere?
«La categoria in genere oggi soffre di un calo di identità impressionante frutto della riforma fiscale che ne ha appiattito le competenze. L’attività del commercialista si è indirizzata verso l’ottica della fiscalità delle imprese producendo effetti distorsivi nella sua identità. Siamo visti dal cliente come un male necessario volto ad acquisire risorse per lo Stato, da quest’ultimo, come il mezzo strumentale nel senso tecnico della parola per giungere a gestire congiuntamente e nel suo interesse la macchina fiscale penalizzando e stravolgendo la vera identità della figura professionale. A ciò si aggiunge la debacle vissuta a livello nazionale in cui siamo scarsamente tenuti in considerazione dalle istituzioni senza praticamente voce in capitolo sulle decisioni economiche importanti per il Paese e per le quali siamo detentori delle appropriate competenze. Per di più siamo vessati da norme che ci penalizzano pesantemente e direttamente (vedi antiriciclaggio) anziché tenere conto del nostro apporto e della nostra collaborazione. Il quadro che si ricava è desolante se non si corre ai ripari sempre che non sia troppo tardi. In un recente congresso nazionale tenutosi a Bari, lo slogan era “Utili al Paese”, noi lo vogliamo essere, ma dobbiamo crearne le condizioni e sulla scorta delle passate esperienze utilizzare le prossime elezioni per vedere la strada oltre la curva, altrimenti rimarremo nel circuito perverso e continueremo a vivere, (per quanto ancora?), di vecchie e ormai desuete consuetudini di lavoro».

Quindi dalle prossime elezioni è da attendersi uno scatto di orgoglio per una sorta di rinascita della categoria, come?
«Le elezioni sono certamente il mezzo per raggiungere tale obbiettivo perché rappresentano un ricambio ed un rinnovamento della classe dirigente. Oggi più che mai occorre rivitalizzarla, indirizzarla verso nuovi obbiettivi, farle fare quel salto di qualità che la metta al centro dell’Economia del Paese perché “utile e competente” dotarla di classe dirigente adatta ai ruoli da ricoprire, far si che lo Stato comprenda che il professionista commercialista può anche dare una mano, ma che la sua funzione è molto più importante e fruttuosa se utilizzata nel modo appropriato. Quindi, dignità, rappresentatività, pregnanza nei tavoli che contano, professionalità che peraltro è propria del nostro DNA. Per fare questo è necessario dotarsi di nuove leve, giovani, preparate e dotate di grande energia, che sappiano programmare il proprio futuro. Basta con i vecchi slogan e con i ritorni al passato, è l’ora di dotarsi di schemi moderni e funzionali e non di continuare ad occupare solo vetuste poltrone, comode si, ma logore e polverose. Il mio percorso istituzionale è al termine per ovvi motivi, non ho nulla che possa rimproverarmi, ma vorrei almeno veder sorgere il sole su una categoria che occupi il posto che le compete, priva dei tanti orpelli che l’hanno contraddistinta fin’ora».

Come pensa di dare il suo apporto a questo programma?
«Occorre partire e sensibilizzare la base. Saremo chiamati ad esprimere il nostro voto tra pochi mesi. Posso solo confermare che la maggior parte dei colleghi baresi si sta già muovendo nell’ottica prima descritta e come essa, anche le tante sul territorio nazionale.
Il programma tracciato è fortemente voluto e gli iscritti, opportunamente interpellati anche attraverso le numerose associazioni locali presenti sul territorio, sono allineati con la condivisione degli obbiettivi e con l’identificazione dei futuri attori, valutandone le caratteristiche prima invocate. Per venire al concreto, il progetto barese parte su iniziativa del collega Elbano de Nuccio, attuale Consigliere Segretario dell’Ordine e profondo conoscitore della categoria per averne vissuto ogni aspetto negli anni. Non è mio intendimento rappresentare il suo curriculum, ma la sua candidatura rappresenta il futuro poiché quelle caratteristiche di cui abbiamo parlato prima gli sono proprie. Egli conosce molto bene anche il mondo nazionale ed internazionale professionale, sicché sarà certamente una voce ascoltata che proprio da Bari potrà essere portata a livello nazionale.
Ritengo, anche con la condivisione degli altri attuali consiglieri ragionieri già citati, che egli abbia le carte in regola per essere appoggiato nella sua candidatura di futuro Presidente dell’Ordine di Bari, alla quale io ed i colleghi prima menzionati ci siamo associati fin dalla sua originaria manifestazione di volontà iniziale , ma vorrei anche esprimere la voce della categoria ragionieri raccolta tra i colleghi, che, a ragion veduta, ci chiedono una svolta, disposti, come per il passato, a farsi carico nelle giuste proporzioni della loro presenza nel futuro assetto di consiglio senza rincorrere illusorie e fuorvianti ipotesi di predominanza difficilmente realizzabili».