elbano de nuccio
elbano de nuccio

Elbano de Nuccio, 46 anni, dal 2000, consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bari e, negli ultimi otto anni, consigliere segretario. Impegnato a livello nazionale e internazionale per affermare il ruolo e la funzione del commercialista, da alcuni giorni ha lanciato il progetto “Cantiere Futuro Ordine di Bari” che ha già registrato un ampio consenso da parte dei suoi colleghi. Abbiamo intervistato il segretario de Nuccio per tracciare un quadro dello stato attuale della professione di commercialista, un bilancio di quello che è stato, e non è stato, fatto negli ultimi anni.

Qual è il problema più sentito e più urgente da affrontare per la sua categoria?

La situazione di assoluto stallo in cui versa la nostra professione deve farci comprendere che un reale processo di rinnovamento non può più aspettare.
Da quando sono consigliere nell’Ordine di Bari ho sempre avuto a cuore le necessità reali dei colleghi che, come me, hanno vissuto e vivono dello studio, di F24, di contabilità ecc. Di quelli che sacrificano e hanno sacrificato, tutto e tutti, per la professione. Di quelli che non s’interessano di lotte intestine per qualche poltrona.
Insomma, di quei colleghi che vivono i problemi reali della categoria.
Negli ultimi giorni, in concomitanza con la campagna elettorale per la nostra Cassa di Previdenza, ho dialogato con centinaia di colleghe e di colleghi registrando una diffusa esasperazione per le condizioni in cui versa la nostra categoria. Il termine giusto per definire il nostro stato d’animo è esasperati, esasperati dalle continue scadenze, dalle finte proroghe dell’ultimo giorno, dai nuovi adempimenti incomprensibili, con istruzioni incomprensibili, con circolari incomprensibili. Tutti chiedono a gran voce uno snellimento burocratico, una vera semplificazione, una certezza normativa e soprattutto maggiore rispetto per una professione, quella del commercialista, che oggi più di ieri è Utile al Paese. In questi anni ho focalizzato, con l’aiuto dei colleghi Consiglieri e di tutti quei colleghi che sino impegnati nelle nostre commissioni studio, l’attenzione verso attività di formazione volte a conferire competenze distintive in ambiti innovativi con lo scopo di creare opportunità e fornire nuovi strumenti di lavoro.

Da affrontare come?

È necessario un profondo ricambio delle cariche istituzionali. Ritengo che nell’ambito della scelta dei colleghi chiamati a rappresentare la categoria oltre alla logica dell’uomo giusto al posto giusto, prevalga l’indicazione netta di figure professionali d’Eccellenza, individuando candidati giovani ma al contempo di esperienza e ridimensionando il consenso a figure storiche della nostra professione che in alcuni casi hanno contribuito a determinare l’infausta stagione di stallo della nostra categoria con una paralisi istituzionale sia a livello locale che a livello nazionale. Ringrazio per il lavoro sino ad oggi svolto e mi auguro possano vigilare dall’esterno come Saggi sulle scelte che si andranno a fare, tutti quei colleghi che con atto di maturità hanno inteso investire, attraverso me ,sul futuro della nostra professione.
Il percorso compiuto dall’attuale Consiglio, di cui ho l’onore di far parte, ha consentito di recuperare un’immagine ed una funzione che sembrava irrimediabilmente compromessa. Pertanto, il mio intendimento sarà quello di consolidare il nostro percorso.
Va colta la voce della categoria che vuole metter alla prova una classe dirigente, guidata soprattutto per assicurare un ricambio tale da delineare rinnovati percorsi.
In conclusione, credo fermamente vada dato un segnale a chi si aspetta di poter tornare a sperare nel futuro della nostra professione.

Quando sarete chiamati a votare per il nuovo Consiglio dell’Ordine barese?

Probabilmente, saremo chiamati a votare nei primi giorni del mese di Ottobre di quest’anno.
 È un appuntamento importante, che ritengo debba essere affrontato partendo da idee e da proposte condivise. 
Per questo motivo ho avviato l’iniziativa CANTIERE FUTURO ORDINE DI BARI, che, prevederà l’organizzazione di incontri sul territorio, per coinvolgere le colleghe ed i colleghi che ne vorranno far parte e raccogliere suggerimenti e indicazioni. 
In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, fare rete e confrontarsi, rappresenta sempre ancor di più lo strumento migliore per trovare soluzioni condivise.

Qual è secondo lei il ruolo del commercialista?

È un Professionista con la P maiuscola, che sa di economia, finanza, fisco, contabilità e diritto d’impresa. Nessuna professione ha, nel corso di studi, l’obbligo della comprensione di tante discipline. Riprendendo uno slogan di lontana memoria, vedo per la categoria un ruolo “Utile al Paese” perché rispondiamo quotidianamente ai bisogni essenziali della gente e rappresentiamo il motore pulsante dell’intero sistema economico e finanziario di questo Paese. Nel 2008 la scommessa era costruire una nuova professione dalla tradizione di ragionieri e dottori commercialisti. Oggi la sfida, è dare rappresentanza ad una comunità di professionisti che condivide competenze, funzioni e valori al servizio della collettività.
Siamo stanchi di vederci esautorati del nostro ruolo professionale che ci compete, di lavorare in studio, giorno e notte, e non riuscire ad incassare ciò che ci spetta, di subire supinamente come cittadini e professionisti l’approvazione di centinaia di leggi spesso incomprensibili anche a noi stessi, ma soprattutto di assistere lentamente ma inesorabilmente alla morte della Categoria per la quale non solo non abbiamo avuto niente (né esclusive, né prerogative) ma, colmo fra i colmi, di fatto ci hanno tolto tutto, essendo ormai parificati agli abusivi o pseudo tali.
Ma al di là di ogni polemica, quanto finora detto offre lo spunto per riflettere sulla necessità, oramai non più procrastinabile, di cambiare il metodo con cui vengono affrontati i problemi inerenti la nostra Categoria attraverso una partecipazione attiva di tutti i colleghi con particolare attenzione alle difficoltà incontrate quotidianamente dalle nostre colleghe nell’esercizio della nostra professione.

Come intende procedere?

È ormai arrivato il momento di agire unendo le forze e cercando di riconquistare un ruolo ed una funzione che ormai abbiamo totalmente perso.
Sin da subito mi sono posto come obiettivo quello di far confluire in un progetto comune tutte le espressioni della nostra categoria al fine di allargare l’orizzonte della rappresentanza istituzionale del nostro Consiglio. In questa prospettiva ho iniziato un’interlocuzione con tutte le varie associazioni di categoria tracciando in tal modo non solo una nuova modalità operativa, ma anche la maniera di stabilire un accordo tra diverse rappresentanze al fine di evitare divisioni tra i nostri colleghi. Oggi più che mai bisogna far tornare al centro del dibattito soprattutto i colleghi con le loro esigenze e con le loro istanze.
In questo particolare momento storico credo che il nodo più importante sia quello di portare avanti un nuovo progetto che arrivi al cuore dei colleghi, attraverso dibattiti partecipati che sono sempre costruttivi. Noi Commercialisti siamo sempre più oberati da responsabilità e obblighi che non vengono adeguatamente riconosciuti nell’ambito della funzione sociale svolta a favore del sistema Paese. È mio convincimento che a livello di rappresentanza, gli Ordini Locali hanno l’obbligo di lavorare e intraprendere le giuste iniziative al fine di costruire per i propri iscritti una rete di tutele e di sostegno del professionista. C’è molto da fare, lo so, e per questo dovremo fare tesoro di tutte le proposte che arriveranno dalle colleghe e dai colleghi, avendo la lungimiranza di mettere in atto progetti di ampio respiro per dare un segnale chiaro di cambiamento autentico. 
E per fare questo serve, anche e soprattutto, un Ordine forte, autorevole e rappresentativo.