Prima una petizione popolare, una raccolta firme con un gazebo allestito nei pressi della chiesa di San Ferdinando. Poi un incontro con il sindaco Decaro per esporre tutte le possibili varianti al progetto. Dopodiché, al grido di “a mali estremi estremi rimedi”, ogni azione utile a bloccare la realizzazione del restyling: sit-in, catene umane e presidi di qualsiasi genere. È questo quanto è emerso nel corso della riunione del gruppo spontaneo “Salviamo via Sparano”, nato su Facebook e riunitosi in assemblea oggi per la prima volta nell’auditorium di via Murat 1.

Diverse decine di cittadini si sono prima riuniti davanti all’ingresso di largo Fraccacreta e poi hanno dato vita ad un’interessante discussione sul contestatissimo progetto riguardante via Sparano che ha coinvolto sostanzialmente tutta la platea. Fra i presenti, diversi membri del gruppo consiliare di opposizione, oltre all’ex sindaco del comune di Bari, Simeone Di Cagno Abbrescia.

“Dodicimila baresi stanno partecipando attivamente a questa nostra crociata – dicono gli organizzatori della manifestazione ad inizio evento -. Adesso dobbiamo decidere insieme cosa fare. Dietro di noi non c’è alcun partito politico: la questione è assolutamente popolare, chiunque voglia darci una mano, di destra o di sinistra, è ben accetto”.

Una questione interpoltica e interculturale che a quanto pare sta coinvolgendo tutta quanta la città: “Quelle lapidi in via Sparano non ci devono essere e saranno messe in atto tutte le azioni possibili ad evitare questo scempio”, dicono dal palco.

“Gentile Signor Sindaco, Ing. Antonio Decaro – scrive in una nota al termine dell’incontro il portavoce del gruppo Giovanni Giua -, apprezzando la volontà Sua e del Consiglio tutto di approvare la mozione che la impegna ad incontrare la cittadinanza in merito alla contestata riqualificazione della via Sparano da Bari, si chiede che voglia procedere a sospendere la procedura di pubblicazione della gara per l’affidamento dei lavori. Solo in questa maniera, Signor Sindaco, Lei non renderà vana la scelta fatta, dal Consiglio comunale e da lei stesso, di ascoltare la sua Città su un tema così fondamentale”.