Con una lettera aperta, indirizzata al ministro della Giustizia, Orlando, il procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe, denuncia la drammatica situazione in cui versa l’ufficio di Procura della Repubblica di Bari. Tra vuoti organici amministrativi e carenza di magistrati, il procuratore dichiara che non è possibile garantire il servizio che un ufficio come quello di Bari dovrebbe Offrire

Onorevole Ministro,
la presente non per invocare incremento delle dotazioni di personale amministrativo della Procura della Repubblica di Bari, né per chiederLe di rimpinguare i cospicui vuoti in organico che connotano questo, come del resto tanti altri uffici giudiziari. Piuttosto, per documentare lo stato delle cose “ a futura memoria “ ed invitarLa a visitarci perché personalmente possa constatare in quali gravi ed irresolubili problemi ( tali almeno fino a quando la Giustizia sarà considerata la cenerentola del Paese ) ci dibattiamo.

Non devo a Lei ricordare le indicazioni dell’ Ufficio statistiche del Ministero, che classificano la Procura di Bari come ufficio di dimensioni “ molto grandi “ in ragione del numero di abitanti nel territorio di competenza ( e del carico di lavoro conseguente ).
Neppure devo elencare il numero incredibilmente alto dei clan mafiosi che operano a Bari e provincia e degli omicidi consumati e tentati di mafia, irrisolti, commessi a Foggia e provincia negli ultimi decenni ( circa duecentoquaranta! ).

Mi è sufficiente allegare le note di alcuni dei direttori amministrativi che segnalano l’urgente
necessità di nuove assegnazioni di personale per i servizi da essi diretti, stante l’ arretrato che in modo via via sempre crescente si va accumulando. E si tratta di servizi che devono essere assolti anche per le responsabilità che si connettono agli inadempimenti ed ai ritardi, per esempio nella liquidazione dei compensi o delle spese.

Gli espedienti adottati ( non altro termine pare appropriato ) per garantire un minimo di servizi, come l’ utilizzazione di lavoratori in regime assistenziale, con contributo regionale, oppure di “ volontari “ che prestano la propria opera senza retribuzione, o ancora il ricorso al prelievo di personale dalle sezioni di polizia giudiziaria, non consentono di raggiungere comunque quegli standard minimi di specializzazione che solo il personale dipendente da codesto Ministero è in grado di garantire.

Non è in tal stato possibile assicurare ai cittadini il servizio che una procura dovrebbe garantire. Si accumulano ritardi su ritardi, anche per le numerose e prolungate assenze del personale che, avanti negli anni, accusa sovente malattie serie. Oppure beneficia di riduzioni dell’ orario di lavoro per l’ assolvimento di obblighi assistenziali nei confronti di congiunti anziani.

La necessità di operare tagli dei servizi impone a chi scrive l’ assunzione di una precisa
responsabilità, alla quale non intende sottrarsi.
 Verificata l’ incidenza pressoché nulla delle riforme tendenzialmente e dichiaratamente “ deflattive “ ( la improcedibilità per la particolare tenuità del fatto, così come congegnata dal legislatore, si è tradotta in un aggravio delle incombenze; la depenalizzazione ha effetti limitatissimi sui reati del codice penale ) e dovendosi selezionare le urgenze, certamente ogni energia dovrà essere concentrata nelle indagini. E’ infatti imprescindibile, in terra di mafie, assicurare alla giustizia feroci e sanguinari criminali, che vessano anche i cittadini comuni, soprattutto imprenditori, con pressanti richieste estorsive e conseguente intimidazione della popolazione.

Del pari, imprescindibili sono le indagini in materia di reati contro la pubblica amministrazione, segnatamente per corruzione, pur non tralasciandosi quelle per altri reati comuni. Si ritiene inopportuna ogni selezione di priorità che si traduca, nei fatti, in accantonamento di pratiche, come pure altre procure hanno scelto di fare.
Si deve, allora, necessariamente prendere atto che ogni servizio diverso da quelli strettamente necessari alle indagini non potrà che subire accumulo, sempre crescente, di arretrato. Né intende chi scrive assumersi la responsabilità di bloccare del tutto interi settori, quale per esempio quello delle competenze in materia civile, non ritenendosi tale scelta conforme a legge.

Nel corrente anno ben dieci impiegati raggiungono l’ età di sessantacinque anni e, dunque, si
approssimano alla pensione. So bene che Lei non è in condizione di sostituirli. Con il bando sulla mobilità ci era stata assegnata una sola unità di personale. Non è evidentemente questo il modo di risolvere il problema, come Ella certo ben sa.
Le rinnovo pertanto l’ invito a visitarci, perché così potrà prendere contatto diretto col personale ed ascoltarne le rimostranze, solo in parte riassunte nelle mail allegate alla presente. Vi sarà così occasione anche di verificare l’ assurda attuale sistemazione logistica della Procura e del Tribunale penale di Bari.
Con perfetta osservanza

Giuseppe Volpe
Procuratore