Al Pronto Soccorso del Policlinico di Bari arrivano le crocerossine. Per loro però alcuna attività di tipo assistenziale. Accolgono pazienti, parenti, gestiscono le attese e coltivano uno degli aspetti fra i più sottovalutati dalla sanità italiana: quello umano. Sono in ospedale dal lunedì al venerdì, quattro ore la mattina e quattro il pomeriggio, esclusi i giorni festivi e ovviamente le notti. Due ragazze per turno, con un “ordine di servizio” che la Croce Rossa invia puntualmente alla caposala in modo tale da avere perfetta cognizione di chi sta operando.

«L’iniziativa è cominciata un mesetto fa – spiega Francesco Stea, direttore emergenza urgenza del Policlinico -. Abbiamo fatto dei corsi di avviamento e abbiamo iniziato con grande entusiasmo. È bene specificare che loro non fanno alcun tipo di assistenza: svolgono egregiamente il servizio di raccordo tra pazienti e parenti, fanno da collante, gestiscono le attese e fanno in modo di stemperare eventuali tensioni».

Un punto sul quale Stea si sofferma in maniera particolare. «Qualcuno ha deciso di fare polemica anche su questo, immaginando che possa essere un modo per risparmiare non assumendo gli infermieri. Non è così. Le crocerossine che sono da noi non svolgono assolutamente alcuna attività assistenziale, di nessun tipo».

«L’idea è nata un bel po’ di tempo fa – conclude Stea -. Abbiamo avuto modo di scoprire che in Veneto esistono un paio di situazioni simili, seppur gestite da laici e cooperative. Noi abbiamo preferito le crocerossine, più pratiche dell’ambito sanitario e sicuramente più esperte».