Prima o poi sarebbe dovuto succede, e alla fine è successo: tutti i Punti di Primo Intervento del Barese resteranno chiusi di notte. La decisione è stata presa nel giro di un giorno (protocollo 84/154) e comunicata solo in queste ore ai sindaci dei paesi interessati, pur essendo operativa fino a data da destinarsi già a partire da domani primo maggio. La comunicazione porta la firma del direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro, del direttore sanitario, Silvana Fornelli e del coordinatore del 118 di Bari, Antonio Dibello.

Una scelta a detta di molti scriteriata, presa senza interpellare i sindacati, che già annunciano battaglia e si dicono pronti a denunciare gli illeciti compiuti ai danni dei colleghi dei Punti di Primo Intervento, costretti a coprire i turni in postazioni non assegnate ufficialmente. Del resto, non possono fare diversamente, essendo molti di loro precari e costretti quindi ad accettare le scelte imposte.

Niente prestazioni notturne negli ex Prono soccorso di Bitonto, Casamassima, Castellana Grotte, Giovinazzo, Rutigliano, Mola, Polignano, Grumo, Locorotondo, Alberobello. Insomma, ovunque erano previste finora. Il caso più emblematico è proprio quello di Locorotondo e Alberobello, distanti pochi chilometri ed entrambi già aperti per 12 ore al giorno. Invece di prendere accordi con i medici interessati, magari tenendone aperto uno solo dei due per 24 ore, si è deciso di tenerli comunque chiusi di notte.

In questi tre anni abbiamo commentato una serie impressionante di decisioni bizzarre, in alcuni casi pericolose, alle quali purtroppo non sono quasi mai seguiti approfondimenti delle autorità competenti. Quella della chiusura di tutti i Punti di Primo Intervento nelle ore notturne le batte tutte. Più volte, anche in passato, i sindacati hanno denunciato l’illegalità di mantenere aperti solo per 12 ore i Punti di Primo Intervento, facenti capo al sistema dell’emergenza urgenza del 118.

La Regione Puglia, infatti, non prevede a livello normativo postazioni aperte solo per mezza giornata. La decisione di chiudere anche le strutture che rientrano nell’Accordo Integrativo Regionale, come si può leggere nella comunicazione che pubblichiamo, è la mancanza del personale medico. La pianta organica regionale, però, non può essere modificata da un’Azienda Sanitaria Locale. A riprova di questo ci sono numerose sentenze dei Tribunali di tutta Italia. Fermo restando l’ira dei medici, registriamo il grande disagio agli utenti, con un facilmente prevedibile affollamento dei Pronto soccorso degli ospedali. Come se il caos attuale non fosse già sufficiente.

La comunicazione, oltre che alla Regione e al numero uno della Sanità regionale Giovanni Gorgoni, è stata inviata anche al Prefetto di Bari.