Sesso in cambio del lavoro come maschera al teatro Petruzzelli di Bari. Lo scandalo si allarga e iniziano ad arrivare le prime conferme. Non solo chiacchiericcio, dunque, ma provare i rapporti sessuali è più complicato rispetto ad accertare l’ammanco di denaro in un bilancio o la consegna di bustarelle per l’affidamento di un appalto.

Dopo l’uscita del nostro primo articolo e le precisazioni dello studio legale che sta conducendo le indagini interne su mandato della Fondazione, alcune delle maschere si sono fatte avanti, raccontando fatti che aprono uno squarcio raccapricciante dietro le quinte del sipario più discusso della lirica italiana. “Confermo tutto ciò che avete scritto – spiega la ragazza – I festini e il sesso erano un sistema”. Nessuno ha mai chiesto alla maschera direttamente rapporti sessuali, ma ha raccolto le confidenze delle colleghe.

Del resto, esattamente com’è stato per la gestione degli appalti, il senso di impunità che si è sempre respirato tra le mura marce del Petruzzelli, ha portato molti a compiere assurde sciocchezze e leggerezze. “Erano tante le ragazze che i responsabili del teatro facevano entrare in occasione degli spettacoli fuori dall’orario di lavoro – racconta la maschera – Una volta dentro, poi, sparivano insieme per andare a infrattarsi”.

A tutte le maschere l’invito di farsi avanti e denunciare. A quel punto potrebbe non essere più necessario nascondersi dietro una voce camuffata o di spalle sotto un giubbotto col cappuccio. “A certe condizioni – dice la nostra fonte – potrei parlare anche con l’avvocato che sta conducendo l’inchiesta per conto della Fondazione. Spero ci sia davvero voglia di fare pulizia fino in fondo”.