S’infittisce la storia del dirigente medico scoperto a interrompere l’erogazione di farmaci salvavita e oncologici in una farmacia territoriale della Asl di Bari. Interruzione di pubblico servizio per due giorni, dettata da un gesto inspiegabile. Il medico, infatti, aveva portato all’esterno della struttura  – anche presso un privato – un computer perfettamente funzionante, dicendo ai colleghi di doverlo far riparare. Un caso illogico, che ha messo a repentaglio migliaia e migliaia di dati sensibili. Illogico anche perché si tratta dello stesso medico che ci aveva personalmente consegnato senza alcuna richiesta un farmaco della famiglia degli oppiodi, togliendo la fustella dalla confezione e mettendola chissà dove.

Sulla vicenda la Asl di Bari ha aperto un’indagine interna. Non sappiamo effettivamente quanta voglia ci sia di ricercare i veri responsabili, considerando il fatto che come nell’attesa dei necessari chiarimenti, la dottoressa non sia stata sospesa dal servizio. Pare che Angela Chielli, Direttore della Farmacia della Asl, fosse a conoscenza delle strane decisioni adottate dalla sua sottoposta. Pare, inoltre, che la dirigente avesse saputo il giorno stesso della sparizione del personal computer, senza ritenere di dover intervenire. Intanto è stata chiesta una relazione sull’accaduto ai colleghi della dottoressa. In egual modo anche il medico compentente, di cui abbiamo pubblicato solo pochi secondi di una lunga e sconvolgente conversazione, era perfettamente a conoscenza di altre situazioni. Certo, non si capisce come mai il suo intervento non sia stato più tempestivo e si sia accorto della malattia della dottoressa al suo settantaquattresimo giorno consecutivo di assenza. Più di un centinaio di giorni di assenza nell’ultimo anno. Perché il medico competente si è fidato della prima relazione sull’inidoneità al servizio della dottoressa per un mese e non della seconda, che le impediva di tornare in farmacia per un altro mese?

La cosa che fa più riflettere, però, è la relazione fatta dall’altro medico della Asl sull’idoneità al lavoro della dottoressa, nonostante la presenza dell’altro referto del collega altrettanto esperto, contraria al rientro in servizio. E qui il possibile conflitto di interessi tra la dottoressa e lo specialista che l’ha riabilitata. Secondo alcune indiscrezioni, i due si conoscerebbero da tempo, avendo rapporti di amicizia familiare personale, oltre che professionale all’interno della Asl, per di più in uffici che hanno molto a che fare tra loro. Quanto e in che circostanza sarebbe avvenuto il consulto? A quali visite è stata sottoposta la farmacista? Gli episodi contestati alla dottoressa sarebbero avvenuti solo pochi giorni dopo il suo rientro in servizio, in aperto contrasto con quanto stabilito dai consulti precedenti. Appare strano che un paziente possa essere liquidato in così breve tempo, dopo alcuni anni di “distrazione” generale.

In tutta questa vicenda ad essere penalizzati sono i colleghi della farmacista, ma sopratutto i pazienti. L’erogazione dei farmaci ha subito pesanti cambiamenti. L’altro medico in servizio nella farmacia, infatti, è ancora in malattia in seguito al malore rimediato a causa dello shock subito il giorno in cui la dottoressa ha fatto sparire il personal computer con cui stava erogando regolarmente i farmaci. A causa della mancata sostituzione, per esempio, i pazienti di Gravina sono costretti ad andare ad Altamura per il reperimento dei farmaci, essendo stata temporaneamente sospesa la fornitura nella sede di Gravina il martedì e giovedì pomeriggio.

Nel caso a qualcuno sfugga ancora, riproponiamo una frase del medico competente: “Non stiamo parlando di sabbiolina”, ma di farmaci oncologici e salvavita, oltre che di dati particolarmente sensibili. Restiamo in attesa degli sviluppi di questa incredibile vicenda.