Sulla busta la scritta è inequivocabile: “riservata”. Probabilmente dentro c’è una cartella clinica, sicuramente dati sensibili su vere o presunte malattie dei dipendenti dell’Amtab, la scassata azienda del trasporto pubblico barese da sempre nell’occhio del ciclone mediatico per la sciatteria senza pari. I documenti riservati sono una montagna, incustoditi dentro e sopra alcune cassettiere aperte, senza neppure una serratura. È tutto alla portata di tutti, in una stanza indecorosa, sporca e trasandata.

Il medico non c’è. Non parliamo di un’assenza temporanea. Macherà per tutto il giorno. Fossimo stati male intenzionati avremmo pututo appiccare un incedio, rubare interi plichi pieni zeppi di dati sensibili o persino medicinali ed altre attrezzature. Lo stato di abbandono è evidente, come la mancanza delle più elementari norme in fatto di privacy, che l’Amtab non tiene in nessun conto. Nello stanzone adiacente al locale del medico la solfa non cambia: buste di immondizia, pavimento lercio, trascuratezza e cassetti incustoditi. Il tracollo non è solo quello dei mezzi da rottamente e di un management finora incapace di incidere minimamente sulle dinamiche aziendali. Un fatto serissimo, sfuggito anche agli uomini delle Fiamme gialle, che in azienda ha aperto una sede distaccata. Suggeriamo pertanto al direttore generale Francesco Lucibello, oggi più che mai di prendere in considerazione anche la candidatura del dottor Thomas, ben assistito anche quando non è in sede.