Domenico Lestingi, l’ex dipendente della Lombardi Ecologia che con le sue denunce ha fatto accendere i riflettori sulla pericolosità della discarica Martucci di Conversano, non si dà pace. Il rischio che possa finire tutto a tarallucci e vino, con la prescrizione dei reati minori e il mancato processo per disastro ambientale, è troppo alto. Lestingi sa bene ciò che è stato fatto, ma soprattutto non fatto in quell’area per tutelare l’ambiente e la salute pubblica. “La discarica – tuona l’ex dipendente – è in un preoccupante stato di abbandono, che rende tutto più pericoloso. I mancati controlli espongono l’impianto a rischi elevatissimi, per esempio quello dell’autocombustione o peggio ancora un incendio doloso”.

Chiunque potrebbe cambiare lo stato delle cose avendo libero accesso. “Hanno annunciato l’intallazione di telecamere di videosorveglianza – spiega Lestingi – fosse vero si potrebbe individuare chi continua a violare i sigilli. lo stato dei rifiuti è fuori controllo. La discarica è stata progettata 30 anni fa, ma nel corso del tempo le cose sono cambiate e i conferimenti sono aumentati a dismisura. Chi può dire quanto le le vasche abbiano effettivamente tenuto? Pensate al progetto per la costruzione di un palazzo di due piani, che col tempo di piani ne conta venti. Tanto per fare un paragone comprensibile”.

Il 31 luglio del 2015 vi avevamo raccontato di alcuni strani movimenti registrati nella discarica Martucci. Le immagini, consegnate anche a chi sta conducendo le indagini su una vicenda che ha indignato le comunità in qualche modo interessate dalla discarica, ponevano diversi quesiti. In questi giorni qualcuno è tornato in discarioca e le stranezze aumentano. Nonsotante le denunce fatte nei mesi scorsi, è comparsa una seconda pompa di aspirazione. Chi l’ha messa? Cosa aspira? Ciò che eventualmente viene aspirato dove va a finire? Non solo. Continuano a sparire pezzi di recinzione perimetrale. Chiunque può accedere, per esempio alle due pompe misteriose. Il vigneto poco più distante dal luogo incriminato si è trasformato in una discarica a cielo aperto di ingombranti e rifiuti di ogni genere.

 “Nonostante la sensazione di avere a che fare con istituzioni distratte  – conclude Lestingi – non ci rassegnamo. Confidiamo ancora nella giustizia, con la speranza venga fuori tutta la verità”.