Volano gli stracci alla STP, la Società pubblica del Trasporto Provinciale. In un clima da resa dei conti, l’intervista al presidente Roberto Gargiuolo è stata benzina sul fuoco di una gestione che non ha completamente chiarito tutte le zone d’ombra.

Il falò delle polemiche brucerà anche nei prossimi giorni, forse settimane, perché Gargiuolo ha scelto di scaricare il direttore generale Francesco Lucibello, che in azienda si vede poco e niente dopo aver avuto dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, l’incarico di risanare l’Amtab, l’azienda municipalizzata del trasporto pubblico barese.

Lucibello avrebbe inizialmente dovuto avere il doppio incarico solo per tre mesi. In realtà è passato un anno e mezzo e il fuoriclasse calabrese continua a conservare tutti gli insopportabili privilegi: casa, telefono e carburante pagati dai contribuenti, una macchina aziendale super potente ed elegante per un compenso complessivo di 150mila euro l’anno e una lotta coi sindacati per avere anche I buoni pasto. Compenso ingiustificato a giudicare da quanto fatto in Amtab finora.

“Troppi privilegi – tuona Gargiuolo – una macchina da 3.000 cc. È un cattivo esempio in un’epoca di spending review”. Il presidente Gargiuolo spiega come in STP abbiano più volte tentato di liberarsi di mister privilegio, senza riuscirci perché il suo “contratto blindato” prevede una buona uscita di 500mila euro.

Il 30 marzo scade il periodo temporaneo del doppio incarico di Lucibello in Amtab ed STP, nell’accezione tutta italiana del termine temporanei. “Deve scegliere dove stare – tuona Gargiuolo – da quando Lucibello sta anche all’Amtab in STP ci sta molto meno e questo a me non sta bene. Dovesse ansarsene dalla STP, faremo un concorso pubblico per un nuovo direttore generale”. L’invito non è esplicito, ma l’auspicio di Gargiuolo, che dopo 8 anni a settembre lascerà la STP, è evidente.

Il presidente non si tira indietro anche sulla spinosa faccenda della fusione STP-Amtab. A sentire Gargiuolo, il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, la vedrebbe in maniera diversa rispetto al collega di Bari. Se per Antonio Decaro la fusione è l’unica strada per salvare capre e cavoli, Bottaro sarebbe disposto a mettersi di traverso per evitare la fusione delle due aziende. Volano gli stracci, non resta che capire chi dovrà raccoglierli e levare le tende. Nell’attesa ci sarà tempo per assistere ad altri avvincenti episodi della saga.