Nella riordinata sanità pugliese, che in tanti definiscono solo un gran disordine, l’ospedale della Murgia è considerato un nosocomio di primo livello (nota a fondo pagina ndr.). Mettiamo il caso che l’ospedale della Murgia sia davvero, come scritto sulle scartoffie dai burocrati della Regione Puglia, un ospedale di primo livello. Può una struttura inaugurata meno di due anni fa, dopo uno spreco milionario e 20 anni di tira e molla, essere in uno stato di visibile abbandono? No, la risposta non può che essere no.

Da quattro mesi, le due chiusure della camera calda, quella in cui vengono sbarrellati i pazienti prima di essere trasportati in pronto soccorso, sono ridotte a brandelli. Adesso il telone penzola pericolosamente a mezza altezza. I fili scoperti lasciati anche appesi, sono rimasti scoperi ma infilati in un buco. Nulla ha fatto il vecchio direttore sanitario trasferito al Giovanni Paolo II, Alessandro Sansonetti; niente nella stessa misura ha ancora fatto il suo sostituto, Maria Pia Trisorio Liuzzi, proveniente dall’Istituto oncologico di Bari, da sempre al centro di numerose polemiche per una gestione non certo oculata.

Le forti raffiche di vento che si sono abbattute ormai più di una settimana fa su tutta la Puglia, non hanno ovviamente risparmiato la Murgia e l’ospedale. Quel vento terribile ha sfondato la vetrata di accesso al pronto soccorso, finendo addosso a un’infermiera, sottoposta ad accertamenti. La botta è stata tremenda. Da allora quella porta è stata “messa in sicurezza” appoggiandogli addosso un armadio e mettendo dei cartoni appiccicati con lo scotch. Burocrazia? Menefreghismo? Chi lo può sapere. Sta di fatto che neppure per la sostituzione di una porta si può contare sui tempi degli uomini comuni. Il telone della camera calda continua a penzolare. Figuriamoci quanto altro tempo passerà prima di poter dire – sempre che prima o poi arrivi quel momento – che l’ospedale della Murgia è davvero di primo livello.

OSPEDALI DI PRIMO LIVELLO – Hanno un bacino di utenza tra 150mila e 300mila abitanti, sono strutture sede di Dea di I livello, dotate delle seguenti specialità: Medicina Interna, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia (se prevista per n. di parti/anno), Pediatria, Cardiologia con U.T.I.C., Neurologia, Psichiatria, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia, con servizio medico di guardia attiva o di reperibilità oppure in rete per le patologie che la prevedono. Devono essere presenti o disponibili in rete h24 i Servizi di Radiologia con Tac ed Ecografia, Laboratorio, Servizio Immunotrasfusionale. Per le patologie complesse (traumi, quelle cardiovascolari, stroke) devono essere previste forme di consultazione, di trasferimento delle immagini e protocolli concordati di trasferimento dei pazienti presso i Centri di II livello. Devono essere dotati, inoltre, di letti di “Osservazione Breve Intensiva” e di letti per la Terapia Subintensiva (anche a carattere multidisciplinare).