Era stato tutto previsto. Lo studio dell’Italian Cruise Watch, presentato a Civitavecchia alla presenza di Assoporti nel primo weekend dello scorso ottobre, aveva sciorinato i risultati attesi a fine 2015 riferiti ai traffici crocieristici nei principali porti italiani. Dati che per il porto di Bari si prefiguravano a dir poco allarmanti: -28,8% rispetto all’anno precedente, ossia al 2014, a fronte di una crescita generale dei primi 43 porti italiani stimata intorno al + 6%, e dell’exploit del vicino porto di Brindisi.

Una previsione pesantemente negativa che la realtà dei fatti ha dimostrato essere ottimistica. Il consuntivo del 2015 infatti ha registrato per Bari un risultato riferito ai passeggeri crocieristi sì col segno meno, ma dal 28.8% delle previsioni si è passati al 34% dei numeri reali: una perdita di ben 200mila unità circa per un totale di circa 370mila crocieristi passati dal capoluogo pugliese contro i circa 570mila del 2014). Un risultato che riporta indietro l’hub barese al lontano 2007.

E non è tutto. Negli ultimi 4 anni vi è stato un decremento esponenziale anche per il traffico passeggeri che viaggia sui traghetti. Se difatti raffrontiamo il dato passeggeri complessivo del 2015 rispetto al 2011, anno in cui si è registrato il picco di 1.951.665 unità, si riscontra un decremento di quasi 500mila passeggeri, essendo il risultato complessivo del 2015 pari a 1.491.786 passeggeri movimentati.

Se poi lo confrontiamo con il dato storico dei passeggeri del 2005, pari a 1.454.948 unità complessive, riscontriamo praticamente lo stesso risultato: di fatto il porto di Bari è tornato indietro di 10 anni.

Un tracollo evidente dei traffici, susseguitosi alla mancata realizzazione delle infrastrutture portuali e alla perdita dei finanziamenti per la realizzazione delle stesse, alla dequalificazione dei servizi portuali, al degrado dei terminal passeggeri e dell’intera area portuale, alle persecuzioni nei confronti della gran parte degli operatori portuali, molti dei quali costretti a chiudere o a ridimensionare le proprie attività, e alle vessazioni nei confronti dei lavoratori portuali che hanno caratterizzato la gestione dell’Autorità portuale di Bari degli ultimi anni.

La riforma dei porti è finalmente alle porte. Si riparta presto dal moribondo porto di Bari.