Signori tornate a sedere, ricomincia il quarto e ultimo atto dell’impunito Otello. La procedura, la tefonata, l’intervento del Presidente della Repubblica, anticipano ciò che è realmente successo al teatro Petruzzelli negli ultimi mesi del 2012. Un crescendo di assurdità, prima logiche e poi amministrative, da far rabbrividire le più inette matricole del corso di laurea del Dams all’Università Roma Tre, dove Carlo Fuortes ha insegnato “Sistemi organizzativi dello spettacolo dal vivo”.

A dirla tutta, il Presidente della Repubblica non è stato l’unico a rispondere per iscritto alla denuncia dell’amministratore della società Artelier, sulle anomalie amministrative della Fondazione Petruzzelli. Anche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri si è incuriosito e ha deciso di chiedere chiarimenti al commissario Fuortes, che gli risponde il 7 giugno del 2013 (allegato 1). Quattro pagine fitte fitte di trappole semantiche  per non addetti ai lavori come il senatore, ma non per chi è ben informato sui fatti.

Appare chiaro che Fuortes non ammette, al contrario di quanto fatto nella telefonata con Artelier, che la procedura è un errore. Fa di più: nel disperato tentativo di rimediare al pasticcio architettato dal ragionier Vito Longo e dal premio Oscar Tommaso Lagattolla, il commissario decide di entrare prepotentemente nel dramma diventandone attore protagonista. Avrebbe potuto sospendere la procedura e sanzionare Longo e Lagattolla, ma stranamente preferisce “coprirli” nominando se stesso responsabile unico del procedimento nella seconda inspiegabile procedura. Infatti, pur dichiarando che: “Tre ditte portavano all’attenzione della Fondazione i loro preventivi rispettivamente per la vendita o per il primo noleggio dei costumi”, inspiegabilmente bandisce una manifestazione di interesse per il primo noleggio dei costumi. Perché, pur affermando di aver già ricevuto preventivi per il primo noleggio addirittura da tre aziende, Fuortes sente la necessità di avviare un’altra procedura? L’imbarazzo è tanto. Troppo.

È lo stesso commissario a fornire la risposta alla nostra domanda: “Dalle risposte fornite dalle ditte invitate, la Fondazione ha tratto utili informazioni per la definizione della procedura da utilizzare, dell’importo da porre a base d’asta e soprattutto per la scelta di non procedere all’acquisto ma bensì al noleggio previa realizzazione dei costumi, sulla base dei figurini realizzati dalla costumista dell’opera. Tanto si è ritenuto sulla base dei preventivi formulati dalle ditte, che hanno manifestato il loro interesse a partecipare ad una procedura di affidamento, dalla cui analisi era emerso che i costi necessari per l’acquisto dei costumi superavano di oltre il 30% quello del primo noleggio”.

E c’era bisogno di un uomo che era docente di Sistemi organizzativi dello spettacolo dal vivo, commissario straordinario della Fondazione Petruzzelli, consigliere di Federculture, amministratore delegato del Parco della Musica di Roma, amministratore e socio di maggioranza della Izi Spa, per stabilire che l’acquisto è un po’ più costoso di un primo noleggio? Per certi versi la spiegazione surreale data da Fuortes al senatore è persino più penosa del capolavoro assoluto di sciatteria o malafede partorito dall’ex direttore degli allestimenti Tommaso Lagattolla: “L’importo definitivo e le modalità di pagamento saranno concordati e stabiliti con l’eventuale aggiudicatario”. La follia dell’operazione e del mancato acquisto dei costumi è evidente.

Appena quattro mesi dopo la messa in scena dell’Otello al Petruzzelli, infatti, l’opera debutta al Lirico di Cagliari. L’operazione smentisce in maniera categorica ciò che il commissario cerca di spiegare al senatore. “Detto aggravio di spese non sarebbe stato neppure ammortizzabile nell’ottica di un riutilizzo prossimo dei costumi da acquistare atteso che l’opera Otello non si presta a plurime messe in scena nel corso di stagioni successive”. Una clamorosa bugia. Non solo nel giro di quattro mesi è andata in scena a Bari e Cagliari, ma tre anni prima Nekrosius aveva debuttato con lo stesso Otello nella sua Vilnius.

A ben leggere la lettera del commissario viene da chiedersi come sia stato possibile, ad esempio, che i ruoli apicali della Fondazione non abbiano saputo gestire la procedura nonostante i capisaldi dettati dal Codice degli Appalti (D.Lgs 163/2006).

E come sia stato possibile immaginare di prendersi gioco delle aziende, invitate evidentemente a supplire ai deficit degli amministratori e gestori della Fondazione Petruzzelli, ai quali hanno inconsapevolmente fornito: “Utili informazioni per la definizione della procedura da utilizzare; dell’importo da porre a base d’asta; per la scelta di non procedere all’acquisto ma bensì al noleggio”.

Analizzando attentamente le carte anche in possesso della Procura e di almeno una quindicina di altri soggetti, possiamo affermare senza troppa possibilità di essere smentiti, che l’Otello andato in scena al Petruzzelli non è un dramma e nemmeno una commedia. È solo una farsa, infatti, gli importi per il noleggio dei costumi si conoscevano prima che le due procedure fossero attivate. È lo stesso ragionier Longo, davanti a testimoni, a precisare: “di non essere stato d’accordo con il contenuto del medesimo invito, ma di averlo firmato sotto forti insistenze del signor Lagattolla il quale, in una riunione avvenuta tra i tre (Fuortes, Longo e Lagattolla ndr.), sostenva di poter riuscire a far realizzare i costumi del predetto spettacolo con circa 80mila euro”,  guarda caso appena 5mila euro in meno della base d’asta che verrà stabilita nella seconda procedura per l’acquisizione dei costumi di Otello.

Fuortes, nel mondo alla rovescia della Fondazione Petruzzelli, si supererà premiando incredibilmente lo stesso Lagattolla aumentandogli di seimila euro il compenso annuale di conoscenza che da 24mila euro arriva a 30mila.

Tutti in piedi, nuovo record di appalusi. Un minuto in più dei novantadue dedicati al commento del ragionier Fantozzi sulla corazzata Potemkin: “Una cagata pazzesca”.

NOTE A MARGINE – Due note: una amara, l’altra per chi volesse sviscerare fino in fondo la questione. A margine del nostro articolo pubblichiamo una dichiarazione dell’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nella quale tesse le lodi del commissario Fuortes in merito all’approvazione del bilancio consuntivo del 2012, proprio l’anno in cui va in scena il patetico Otello.

“Dopo tre anni di perdite, il bilancio consuntivo del 2012 del Teatro Petruzzelli di Bari si è chiuso con un utile di 64mila euro. “Il Commissario straordinario Carlo Fuortes ha compiuto un’operazione rara in Italia. Ha risanato un’azienda nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Apparentemente, era un’operazione impossibile. Invece lui ce l’ha fatta. Ha realizzato un’operazione straordinaria”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del bilancio consuntivo del 2012 del Teatro Petruzzelli di Bari da parte del Commissario straordinario della Fondazione Teatro Petruzzelli Carlo Fuortes.

Abbiamo inoltre chiesto a un tecnico del settore di commentare punto per punto la lettera del commissario Fuortes al senatore D’Ambrosio Lettieri.