Ormai i rapporti tra dirigenza e sindacati sono tesissimi in casa Amtab e, come in un gioco di prestigio,  se da una parte il sindaco rassicura i dipendenti ai capolinea sulla sua volontà di migliorare le condizioni economiche dei neo assunti, dall’altra il direttore generale Lucibello riduce una cospicua parte dello stipendio degli autisti per introdurre buoni pasto per tutti i lavoratori (ivi inclusi quadri e dirigenti).

Lucibello resta fermo sulla sua posizione e non vuol sentir ragione di cambiamento. L’idea del DG è quella di eliminare il premio di produzione per l’evitamento di sinistri e ridurre in percentuale le tabelle di indennità di produttività, per consentire l’introduzione di buoni pasto sulla presenza effettiva.

Secondo Lucibello questa è una misura che incentiva le presenze in servizio e favorisce i neo assunti. Di parere contrario i sindacati, secondo cui la proposta penalizza gli autisti con i parametri più alti. Se buono pasto dev’essere, rispondono le sigle, che sia finanziato con risorse aziendali, e non eliminando le indennità di mancato sinistro degli operatori di esercizio.

Il buono pasto, se da un lato è esentasse, dall’altro non incide ai fini pensionistici e l’introduzione di tale forma retributiva non compensa certo la perdita del premio mancato sinistro, tanto più il lavoratore dovrà comunque pagare la sua assicurazione kasko e la rimodulazione dell’indennità di produttività comporterà un abbassamento della retribuzione.

A fare due calcoli, questi buoni pasto faranno venire più fame agli autisti e riempiranno più che altro la pancia a quadri e dirigenti.