Fallita la procedura di raffreddamento tra Amtab e sindacati, circa la modifica all’accordo sui limiti all’utilizzo dei permessi sindacali e di quelli concessi dalla legge 104, ora si procede verso lo sciopero. Le sigle sindacali in seno all’azienda hanno proclamato una giornata di astensione dal lavoro per domani, 25 gennaio.

Voce fuori dal coro tra i sindacati è la neo costituita organizzazione Cambia-Menti, che ha deciso di non prendere parte allo sciopero.

Abbiamo sentito a riguardo Leonardo Laserra, segretario provinciale di Cambia-Menti. Sui motivi di questa astensione e sulle necessità che hanno spinto alcuni dipendenti a costituirsi in una nuova realtà sindacale, nonostante le otto già esistenti in azienda, Laserra ha dichiarato:

“Lo scorso 5 dicembre, la CGIL indisse uno sciopero per le stesse motivazioni di quello indetto il 25 gennaio. Precedentemente a quello sciopero, durante un’assemblea dei lavoratori riguardo al contratto nazionale, chiesi come mai lo sciopero che si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni, fosse stato indetto unicamente dalla CGIL e nessun altro vi avesse aderito. Mi sentì rispondere, anche in tono abbastanza accusatorio, che i problemi e le intenzioni della CGIL riguardavano solo la CGIL. Dopo di che, nel corso dell’assemblea, fui indirettamente ma duramente attaccato anche su fatti diversi dall’argomento in questione.

Domani, invece, allo sciopero con le stesse motivazioni di quello dello scorso dicembre, cui prese parte solo una sigla, aderiranno tutte le sigle aziendali. Cosa è cambiato?
A questo punto noi oggi vogliamo manifestare il nostro disappunto ma anche tutta la nostra amarezza nei confronti di quei rappresentanti sindacali che attaccano i nostri diritti per accrescere il proprio consenso e visibilità e difendere le proprie garanzie. A nostro avviso, usare uno dei più potenti strumenti della democrazia, qual è lo sciopero dei lavoratori, per rivendicare attacchi fasulli ai diritti civili e sociali è un’azione indegna”.

Per un neo nato nucleo sindacale in un’azienda che già vede i rappresentanti di molte altre sigle tra i lavoratori, un astensione dallo sciopero come questa rischia di essere vista come un “captatio benevolentiae” nei confronti della direzione.

“Ci hanno accusato anche di questo – ha commentato Laserra – Qualcuno ha malignato su un nostro patto segreto col direttore generale che prevedeva la nostra astensione in cambio di una sedia al tavolo delle trattative. Non abbiamo bisogno di patti per questo. Se siederemo al tavolo delle trattative sarà per un nostro diritto sindacale: per la sentenza 231/2013 della Corte Costituzionale che permette anche alle sigle non firmatarie del Contratto Nazionale del Lavoro di sedere ai tavoli di discussione”.