Molti ne hanno sentito parlare, pochi sanno veramente cosa fanno. Si chiamano Gal, sigla che sta per Gruppo di azione locale. Il loro scopo è quello di promuovere il proprio territorio attraverso bandi, iniziative culturali, enogastronomiche, artigianali, fiere e altre manifestazioni. Essenzialmente, diciamo che fanno marketing territoriale, il tutto attraverso soldi pubblici. A volte tanti soldi pubblici. Fiumi di soldi pubblici.

Abbiamo ricevuto materiale interessante per fare le pulci al Gal Fiori d’Olivi. Nasce nel 2010 e ne fanno parte i Comuni di Bitonto, Terlizzi e Giovinazzo, la Confederazione Italiana Agricoltori, Confagricoltura, Coldiretti, l’Università di Bari e di Foggia oltre a una serie di imprese e associazioni del territorio. Per la promozione del suo bacino, grazie a un bando pubblico per la programmazione 2007-2013, poi slittata fino al 31 dicembre 2015, gestisce un budget di 11 milioni e mezzo di euro. Di questi, 8 e mezzo sono da destinare alle imprese del territorio attraverso i bandi emanati direttamente dal Gal; mezzo milione è per la cooperazione con altri gruppi di azione italiani ed europei; due milioni e 200mila euro sono per la gestione del Gal stesso: attrezzature, locali, arredi, stipendi e consulenze.

Stipendi, com’è giusto che sia. Alle dipendenze di Fiori d’Olivi lavorano sette persone: un direttore chiamato direttamente trattandosi di un incarico fiduciario, un responsabile amministrativo finanziario, una segretaria, un addetto alla comunicazione e tre tecnici. Escluso il direttore, le altre figure sono state individuate tramite avviso pubblico, selezionate grazie ai titoli posseduti e a un colloquio. Inizialmente, tutti e sette entrano con un contratto a progetto, poi trasformato a tempo determinato dato che il lavoro comporta una presenza costante e continuativa. Il tempo determinato si rende necessario perché tutte le attività del Gal devono essere chiuse e rendicontate al 31 dicembre 2015, dunque un rapporto a tempo indeterminato non avuto senso.

Tutto procede regolarmente fino a quando, un bel giorno, cambia il Consiglio di amministrazione del Gal e succede una cosa piuttosto strana. Accade, infatti, che il Cda appena insediato, con la scusa di sviluppare nuovi progetti al di fuori del Piano di Sviluppo Locale, propone di trasformare i contratti di sei persone che ci lavorano, escluso il direttore. Due di loro vengono portate direttamente al primo livello. Tra queste, a quanto pare, figura anche il commercialista dell’attuale presidente di Fiori d’Olivi, ma su amici e amici di amici che hanno ricevuto “benefici” torneremo in un secondo capitolo, mentre le altre tre si ritrovano assunte a tempo indeterminato. Vedi che inveve aveva senso?

La particolarità dell’operazione sta nel fatto che il nuovo Consiglio di amministrazione ha deciso di procedere senza aspettare la risposta della Regione Puglia – mai arrivata – alla richiesta avanzata dal precedente Cda, come invece aveva deliberato in precedenza il consiglio. Non sono nostre considerazioni, ma ciò che si legge nei verbali. Dai conti fatti con la migliore calcolatrice in commercio, alla copertura degli stipendi, fino al 31 dicembre di quest’anno mancano 50mila euro.

Ma non è tutto. Il futuro del Gal è incerto se la situazione non cambia. Le sei persone in questione dovranno necessariamente essere licenziate. Sì, perché il gruppo di azione locale dovrebbe partecipare alla prossima programmazione 2014-2020. Un bando di cui per ora non si vede la luce. Tenendo conto che quello del 2007 è partito con due anni di ritardo c’è poco da sperare sul fatto che tutto possa avvenire in tempi rapidi. Il PSR 2014-2020, che avrebbe dovuto essere approvato da Bruxelles a maggio, è stato approvato dalla Commissione Europea solo il 26 novembre scorso.

Da Bruxelles sono state sollevate ben 640 osservazioni, la prima delle quali è davvero emblematica. La Regione Puglia, ultima in Italia ad ottobre dello scorso anno, non ha inviato un piano di sviluppo rurale definitivo, bensì una bozza, per non parlare del fatto che le leggi citate nella bozza in alcuni casi sembrano addirittura sbagliate, o almeno così hanno fatto sapere da Bruxelles. Ora il PSR è stato approvato, ma finché la Regione non pubblicherà i nuovi bandi, sarà buio pesto per tutti i 25 Gal della Puglia. Campa cavallo, si diceva una volta, seppure l’erba per qualcuno continua a crescere.