Tanto tuonò che alla fine piovve, anzi diluviò. L’Appello per la Cultura a Bari era stato firmato da decine e decine di persone. Adesso, a scrivere al sindaco Decaro oltre che a tutti i soggetti seduti attorno al tavolo che sta riscrivendo il regolamento per le attività culturali a Bari, senza mai citare direttamente l’assessore alle Culture Silvio Maselli, sono 22 imprese. Messe insieme circa 3 milioni di euro di fatturato. Una email dettagliata e risoluta, con sette proposte (che trovate nel dettaglio nella galleria fotografica) e, tanto per capire come potrebbe funzionare la faccenda, il regolamento per le attività culturali del Comune di Cagliari (che pure trovato pubblicato in versione integrale).

Tradotto in soldoni, le imprese baresi della cultura chiedono un incontro al primo cittadino; vogliono che i partecipanti al tavolo siano informati delle proposte avanzate dal comparto produttivo spesso messo a tacere; auspicano l’istituzione di una consulta cittadina che possa dialogare con le istituzioni. Come succede a Cagliari, per esempio, si chiede di separare la visione commerciale da quella culturale. Un passo fondamentale, che comporterebbe a una rivisitazione sostanziale del regolamento. Riempire alberghi e ristoranti non può essere il l’unico fine di un’attività culturale. Bari ha adottato il viziaccio del carrozzone regionale, ma non ha tutti quei soldi da spendere per fare ciò che gli pare. Il tempo delle vacche grasse è finito per tutti, anche per quelli del cerchio magico.

“Solo con un piano di sviluppo delle politiche culturali ad ampio spettro e condiviso con tutti gli elementi della filiera produttiva legata all’arte, alla cultura e alla tutela – scrivono le aziende – si potranno raggiungere standard di livello culturale nazionale e internazionale”. Un percorso che deve passare attraverso bandi pubblici trasparenti e accessibili; finanziamenti anche su base pluriennale se necessario, distinguendo tra attività professionali e amatoriali, l’istituzione di un Osservatorio che monitori le attività sostenute. La cultura, insomma, si capisce leggendo tra le righe, è un’altra cosa rispetto a come la si è interpretata e la si continua a interpretare. La misura è colma e allora, avranno pensato i firmatari, meglio mettere tutto nero su bianco.

I DESTINATARI – Al Sindaco di Bari Antonio De Caro, all’AGIS Puglia e Basilicata, alla SLC CGIL Bari, alla FISTEL CISL Puglia, alla UIlCOM Puglia, alla LEGA COOP Puglia, alla CONF COOPERATIVE Puglia, al DISTRETTO Puglia Creativa e agli organi di stampa

L’ OGGETTO –  Richiesta di incontro sul nuovo Regolamento comunale per le attività culturali e di spettacolo                                                                                  

LA LETTERA – In qualità di operatori culturali, artisti, tecnici e amministrativi, organizzati in associazioni e cooperative di soci lavoratori, interveniamo in merito agli incontri che si stanno svolgendo al Tavolo organizzato dal Comune per la stesura del nuovo regolamento per le attività culturali della città di Bari.

Abbiamo chiesto per anni che si riorganizzasse il settore dello spettacolo che, con grandi sacrifici, produce cultura, tenendo conto che si tratta di attività che impiegano professionalità di alto profilo, producendo occupazione, formazione del pubblico e sviluppo del territorio. Queste attività creano posti di lavoro, scoprono talenti, mettono in campo modelli e capacità d’impresa che ne fanno un punto di riferimento a livello nazionale, contribuendo alla formazione dei cittadini, oltre che alla costruzione dell’indotto turistico – culturale.

Per troppo tempo il ruolo svolto da questo settore nella nostra città non è stato adeguatamente considerato e sostenuto, determinando incertezza economica e utilizzando strumenti inadeguati per lo sviluppo delle attività, con gravi ripercussioni sulla capacità di sviluppo e crescita delle imprese e dei lavoratori.

Il Comune ha deciso di convocare un tavolo che presenta al suo interno le rappresentanze sindacali, l’Agis, il Distretto Creativo, la Lega delle Cooperative, oltre alla sola impresa “Teatro Pubblico Pugliese”.

Chiediamo a tutti i soggetti convocati di rappresentare i bisogni di questo settore, ponendo ascolto alle istanze che provengono dagli operatori, principali destinatari delle nuove regole che verranno scritte.Per questo inviamo delle proposte di politica culturale da noi elaborate, di cui chiediamo di tener conto se davvero si intende dare voce e ruolo alle imprese di spettacolo.

Inoltre, sarà opportuno considerare la necessità di attivare una Consulta cittadina che metta a confronto operatori, parti sociali e Comune di Bari per operare in modo concertato e democratico.

Precisiamo che, pur comprendendo che i tempi tecnici permetteranno l’emanazione e l’applicazione del nuovo regolamento a fine 2016/inizi 2017, non riteniamo ulteriormente ammissibile la pubblicazione di bandi o avvisi pubblici con tempistiche ristrette e incongrue e/o privi di dotazione finanziaria che rimandino, senza assunzione di responsabilità e impegni di spesa, all’approvazione del bilancio di previsione per quantificare il budget complessivo.

Pertanto, riteniamo che l’emanazione dei bandi dovrebbe precedere di almeno 90 (novanta) giorni la data di scadenza per la presentazione delle domande e per l’esecuzione dei relativi lavori. Ci auguriamo un produttivo spirito di confronto democratico, in grado di operare per il bene comune. In allegato, le nostre proposte, unitamente ad un modello di Regolamento applicato nel Comune di Cagliari, il cui Assessorato alla Cultura è stato accorpato al settore dell’Istruzione e disgiunto da quello del Turismo (attualmente aggregato a Commercio e Attività produttive).

In attesa di un vostro cortese riscontro, vi porgiamoDistinti saluti

I FIRMATARI – Abusuan  a.c., Acusma – Teatro del Suono a.c., Altra Danza a.c., Anonima Gr coop., Bass Culture s.r.l.,  Brescia Management, Creativi Associati s.r.l., Fantarca coop., INK Studio Italia, L’Acqua in Testa A.T.S.,  La Vidua Vidue  a.c.,  Mousikè Centro Studi, Pigment Workroom, Punti Cospicui  a.c., Summer Music Network A.T.S., Radicanto  a.c., ResExtensa  a.c., Tiberio Fiorilli  coop., Time Zones  a.c., Zerottanta Produzioni, Controritmi a.c. e Mediaeuro s.r.l.