A titolo riassuntivo, un’inchiesta della Procura di Bari sta tentando di chiarire come da anni, nei bandi di gara del teatro Petruzzelli, dalle luci alle maschere e oltre, a vincere fossero sempre gli stessi.

Gli inquirenti hanno già sentito alcune persone informate sui fatti, non ultimi, il ragionier Vito Longo, direttore amministrativo della Fondazione, e il sovrintendente Massimo Biscardi. Proprio le dichiarazioni di quest’ultimo avrebbero aperto nuovi scenari.

Il pm Fabio Buquicchio ha delegato gli accertamenti agli agenti della Digos della Questura di Bari, per verificare l’ipotesi dei bandi pilotati. Per anni nel teatro avrebbe agito una cabina di regia, il famoso “Clan alla anglosassone”, di cui faceva parola il sovrintendente, in grado di costruire appalti su misura per favorire sempre gli stessi, impiegando fondi pubblici.

L’ipotesi di reato al momento al vaglio è turbativa d’asta, ma non si escludono reati più gravi, quale la corruzione. Già alcuni nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati e al momento gli inquirenti stanno ricostruendo le gerarchie decisionali del teatro.

Il caso più eclatante, riguarda la fornitura delle luci di scena, vicenda che aveva portato la Procura a chiedere il rinvio a giudizio di Franco Mele, con l’accusa di abuso d’ufficio. In quel caso, le indagini del pm Eugenia Pontassuglia (ora passate ora in mano a Claudio Pinto), avrebbero mostrato come Mele, capo reparto tecnico luci e fonica del teatro Petruzzelli, dovendo decidere a chi affidare il noleggio delle luci e delle apparecchiature audio necessarie, avrebbe favorito la Crescendo Sistemi srl, azienda di famiglia di cui egli stesso detiene il 90% delle quote e la moglie è rappresentante legale. In questo modo, Mele si sarebbe procurato un vantaggio patrimoniale di 500mila euro di denaro pubblico.