L’amministratore delegato di Veneto Banca, Cristiano Carrus, a nome del Consiglio di Amministrazione interviene per ribadire la situazione e le prospettive economico finanziarie del Gruppo di cui fa parte Banca Apulia, di cui recentemente avevamo sentito il direttore generale Accetta, per avere chiarimenti sulle sorti dei risparmiatori pugliesi.

«Con l’approvazione da parte dell’ultima assemblea dei soci del 19 dicembre 2015 del progetto di trasformazione, quotazione e aumento di capitale, Veneto Banca ha avviato con determinazione il più ampio piano di rilancio che consentirà alla Banca di tornare a svolgere un ruolo da protagonista del mercato – spiega Carrus – Veneto Banca è la prima tra le popolari non quotate ad avere affrontato il non facile passaggio da Società Cooperativa a Società per Azioni e lo ha fatto raccogliendo la sostanziale unanimità del consenso dei soci, a dimostrazione della bontà dell’intero progetto che prevede la quotazione di Veneto Banca alla Borsa di Milano e il contestuale aumento di capitale per 1 miliardo di euro».

Non è tutto. «L’aumento di capitale è stato fin dall’inizio completamente pre-garantito da Banca IMI – continua Carrus – a cui la scorsa settimana si sono aggiunti altri nove importanti istituti finanziari internazionali e nazionali. Oggi, quindi, l’aumento di capitale non è più garantito solo da Banca IMI, ma da ben 10 primarie istituzioni finanziarie. Si è così realizzato un altro passaggio fondamentale del progetto: la costituzione del Consorzio di Garanzia. A seguito dell’aumento di capitale, Veneto Banca raggiungerà una patrimonializzazione superiore al requisito richiesto dalla Banca Centrale Europea che, si ricorda, per la nostra Banca sarà pari al 10,25% in termini di CET1 ratio a partire dal 30 giugno 2016. Si ricorda che ad oggi il Patrimonio Netto Tangibile di Veneto Banca ammonta a circa 2,2 miliardi di Euro e che il capitale primario supera 1,7 miliardi di Euro».

Il caos sulla questione banche è tanto e allora l’amministratore delegato rilancia. «Nulla accomuna Veneto Banca ai quattro istituti bancari oggetto del provvedimento governativo tristemente noto come “Salva Banche”. In quel caso si trattava di Banche da tempo commissariate, con una situazione patrimoniale e reddituale ampiamente compromessa e per le quali non è stato possibile ricorrere né ad aumenti di capitale né a soluzioni di mercato. Veneto Banca non rischia il commissariamento. Il patrimonio è stato in grado di assorbire le perdite degli scorsi anni; il nuovo Piano Industriale 2015-2020, presentato alle Autorità di Vigilanza, è stato positivamente valutato dal mercato, tant’è che l’aumento di capitale è stato integralmente garantito da ben 10 primarie istituzioni finanziarie. Veneto Banca ha i numeri, le risorse e le persone per tornare a generare utili, raggiungendo in arco piano livelli di patrimonializzazione tra i più alti del sistema (CET1 ratio al 13,6% già nel 2018). Per concludere, dal primo gennaio, la Banca continuerà a concentrarsi sui suoi clienti e sul mercato per la piena realizzazione degli obiettivi del nuovo Piano Industriale».