Medici di famiglia, ospedalieri, ambulatoriali, odontoiatri, liberi professionisti e pensionati si sono riuniti stamane in assemblea presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari convocati dall’OMCeO e dai sindacati di categoria in occasione della giornata di sciopero nazionale odierna. Il primo sciopero che dopo 11 anni ha mobilitato in maniera trasversale tutti i medici, stando ai primi dati, ha visto un’adesione di circa il 70%.

Ai cittadini sono stati comunque garantiti i servizi essenziali, come l’accesso al 118 per le emergenze, il servizio di guardia medica e gli interventi ospedalieri programmati. Presenti all’assemblea i Presidenti degli Ordini dei Medici pugliesi e i segretari regionali delle sigle sindacali di categoria. I rappresentanti degli OMCeO provinciali nel pomeriggio incontreranno il presidente Emiliano, cui chiederanno di dare attuazione agli impegni presi, istituendo il Consiglio regionale della Sanità, quale luogo di confronto tra Regione e professione medica in materia di Sanità.

I medici, riuniti all’auditorium dell’Ordine dei Medici di Bari per dire no al de-finanziamento del sistema sanitario, lamentano condizioni di lavoro con turni massacranti e carenze di personale, che paradossalmente sono peggiorate a seguito della nuova direttiva dell’Unione Europea che introduce limiti agli straordinari all’interno delle strutture sanitarie. Negli ospedali i professionisti di turno hanno visto infatti aumentare il carico di lavoro a causa del personale carente, mentre la Corte dei Conti ha bloccato per ora il provvedimento del governo che prevedeva l’assunzione di 3mila nuovi dirigenti medici. Col blocco del turnover, l’età media dei medici aumenta e manca quel ricambio generazionale che consentirebbe di creare nuove prospettive per i giovani e di risolvere il problema del precariato che affligge i nuovi professionisti e che porta molti giovani laureati a emigrare all’estero.

I medici chiedono di poter tutelare il diritto alla salute del cittadino, come diritto costituzionalmente garantito, rifinanziando il sistema e mettendo mano alle gravi carenze di personale che affliggono soprattutto le regioni, come la Puglia, che hanno vissuto la drammatica stagione del Piano di rientro.

“Uno sciopero in Sanità non è mai una bella cosa  – dice Filippo Anelli, presidente Ordine dei medici di Bari –. Ma chiedo ai cittadini di comprendere che noi oggi non scioperiamo per difendere dei privilegi, ma perché sfiduciati ed esasperati da condizioni lavorative che ci impediscono di operare al meglio. Noi oggi scioperiamo anche per garantire il diritto del cittadino ad essere curato al meglio. Oggi i medici non si sentono più liberi di curare secondo scienza e coscienza. Si sentono sempre più condizionati nel proprio lavoro da provvedimenti di carattere burocratico che limitano le prescrizioni e rendono sempre più difficile l’accesso alle prestazioni da parte del cittadino. Così si demolisce un servizio sanitario equo e solidale a favore del privato. Finora il sistema ha retto grazie alla dedizione di molti medici. Ma oggi non siamo più disposti a farci carico delle inefficienze del sistema. Nell’interesse del diritto alla salute del cittadino diciamo no al definanziamento e chiediamo come professionisti di essere coinvolti e poter dare il nostro contributo nelle scelte di politica sanitaria”.