La giunta comunale ha approvato il progetto definitivo dei lavori di riqualificazione per il miglioramento della circolazione dei pedoni e delle cosiddette utenze deboli di via Argiro, per un importo complessivo di 750mila euro. L’intervento riguarda il rifacimento dei marciapiedi, mirato ad una migliore compatibilità con la recente pedonalizzazione della strada.

Lo stato di manutenzione dei marciapiedi è infatti ormai vetusto e si caratterizza per la presenza, anche nello stesso isolato, di difformità nei materiali impiegati, di cordoli in cattivo stato di conservazione, di cedimenti e tracce di diversi interventi manutentivi. Il provvedimento ha dunque come obiettivo principale la salvaguardia della pubblica incolumità.

La pavimentazione dei marciapiedi, ad eccezione del primo isolato tra corso Vittorio Emanuele e via Piccinni – su cui è previsto il rifacimento con basolato calcareo bocciardato simile a quello adoperato sulla zona pedonale di corso Vittorio Emanuele di spessore da 4-5 cm. – sarà interamente realizzata con mattonelle in cemento quadrangolari di color grigio, misura 40×40 cm. e spessore di 3,5cm, posati su massetto con rete elettrosaldata in modo da assicurare una maggiore consistenza al marciapiede stesso.

Su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso, la giunta ha approvato anche il progetto definitivo – 1° stralcio – dei lavori di realizzazione della fognatura pluviale al servizio di Carbonara e Ceglie del Campo.

L’importo dell’opera infrastrutturale, che sarà realizzata su aree di proprietà privata da sottoporre a procedura d’esproprio, ammonta complessivamente a 2 milioni e 500mila euro da finanziare mediante concessione di mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti.

“Si tratta di un intervento fondamentale per la vivibilità dei due quartieri – commenta Galasso – che servirà per connettere il sistema fognario dell’abitato di Carbonara e Ceglie del Campo a quello cittadino. In questo modo potremo evitare i disagi che si verificano puntualmente in occasione di forti piogge colmando così un forte deficit strutturale”.