“L’assessore eviti di rilasciare dichiarazioni alla stampa senza essere venuta a controllare”. Sebastiano Ladisa, direttore generale della Ladisa Ristorazione, non le manda a dire annunciando che le porte dello stabilimento sono aperte ogni giorno e a chiunque. All’indomani dell’ultima gravissima denuncia a mezzo stampa fatta dall’assessore comunale alla Pubblica Istruzione, Paola Romano, abbiamo sentito l’obbligo di fare un “blitz” all’interno dell’azienda in cui ha sede anche il entro di cottura, alla zona industriale di Bari. “Sì, è vero, nella pasta c’erano alcuni insetti, ha dichiarato l’assessore.

Dalle prime analisi, quelle di parte eseguite dall’azienda, si scopre che quegli insetti in realtà non erano altro che chicchi di riso bruciacchiati. Non che la cosa non sia preoccupante, hanno fatto rivelare alcuni genitori. Eravamo pronti allo scontro, certi di trovare un muro davanti. Sebastiano Ladisa, invece, ci ha spiazzato invitandoci a entrare, facendoci visitare tutti i reparti dell’intero stabilimento. Al nostro arrivo il direttore dell’azienda sta parlando con alcune signore. Sono le mamme dei bambini della scuola “Bonghi” di Bari. Come noi volevano controllare.

Altre mamme si stanno organizzando per presentare un esposto in Procura. La storia dei chicchi di riso bruciati, che sembravano vermi, è solo l’ultimo episodio, quello che ha fatto traboccare il vaso. Ladisa chiarisce tutto, anche la faccenda della merendina con la muffa (costata all’azienda produttrice il blocco della fornitura) e quell’altra del verme nella confezione sigillata di un panino. Sebastiano Ladisa ha scritto una lettera al sindaco, mettendosi a disposizione sotto ogni punto di vista, invitanto la finora latitante amministrazione a frequentare maggiormente l’azienda, a effettuare controlli quotidiani: “Non solo a valle, ma anche a monte, in modo da rendersi conto dell’intera filiera, dalla produzione all’impacchettamento”.