Dalla manifestazione del 6 novembre davanti al porto alla raccolta firme per informare i cittadini, dall’incontro col sottosegretario De Vincenti al terminal crociere alla richiesta di incontrare il Ministro Graziano Delrio per spiegarli come mai, secondo loro, privare Bari dell’Autorità Portuale sarebbe un errore. I consiglieri comunali di opposizione, decisamente, non mollano la presa. Non è sufficiente la presa di posizione del sindaco Decaro, è necessario che tutti sappiano come stanno le cose, ecco perché hanno preso carta e penna per scrivere una lettera, ben dettagliata, in cui spiegano cosa accadrebbe se Bari perdesse l’Autorità portuale. Questo il testo della lettera.

Egregio Direttore,
a oggi sia il Consiglio Comunale di Bari che il Consiglio Metropolitano di Bari –entrambi all’unanimità- hanno approvato ordini del giorno con i quali il Sindaco Decaro è impegnato ad attivarsi presso il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti (Delrio) al fine di consentire a Bari d’essere (ancora) sede di Autorità di Sistema Portuale. La stampa locale si è poco interessata al tema, sebbene recentemente alcuni quotidiani hanno riportato la notizia che altresì Confindustria Bari-Bat –rompendo gli indugi- ha pubblicamente dichiarato l’assoluta necessità che la Città di Bari conservi lo status (e la sede) di Autorità Portuale.

Personalmente –insieme ai colleghi consiglieri comunali di centrodestra- non appena a Ottobre è trapelata l’indiscrezione che il Governo era intenzionato a escludere Bari dalle sedi di Autorità di Sistema Portuale, ho intrapreso una piccola/grande battaglia per evitare che la nostra Città, il nostro territorio fosse danneggiato da una scelta burocratica, incomprensibile e gravemente penalizzante per lo sviluppo e la crescita dell’intera area metropolitana barese. Abbiamo stampato volantini informativi; raccolto migliaia di firme; chiesto ai Comuni limitrofi di approvare appositi ordini del giorno di protesta; invitato i parlamentari baresi a interrogare il Ministro; incontrato Presidenti di Regione (Emiliano) e Sottosegretari di Stato (DeVincenti) per rappresentare –con forza- l’assurdità di una riorganizzazione del sistema delle autorità portuali che priva Bari di un centro decisionale strategico. Nei prossimi giorni abbiamo chiesto –attraverso alcuni parlamentari- di essere ricevuti dal Ministro Delrio (il quale a breve deciderà le sedi delle Autorità Portuali) per potergli personalmente esporre la nostra assoluta contrarietà a una decisione (l’esclusione di Bari), che secondo molti è già presa.

Ma che cosa sta accadendo? Sta accadendo che il Governo intende riordinare il sistema delle Autorità Portuali che attualmente in Italia sono 24 (in Puglia 4: Bari-Brindisi-Taranto-Manfredonia); autorità portuali che –molto semplificando- hanno il compito di organizzare e far funzionare i porti italiani. Il Governo intende ridurle a 14 (8 al Nord, 3 al Sud, 2 in Sicilia, 1 in Sardegna) equiparandole, nel numero, ai porti “core” (principali) stabiliti per l’Italia dall’Unione Europea. Bari –che è porto “core” per l’Europa- per il Governo non sarà invece Autorità di Sistema Portuale, poiché tale status è stato dal Governo riconosciuto a Civitavecchia, che non è per la UE porto “core”. Bari sarà declassata quindi a “direzione portuale”, che avrà compiti “istruttori” rispetto all’unica sede di Autorità di Sistema Portuale, che il Governo intende stabilire a Taranto. E ciò malgrado il Porto di Bari -in questi anni- si sia guadagnato e sia:

-porto core; sede di autorità portuale; inglobato in 2 corridoi strategici europei; porto polifunzionale (ro-ro, crociere, container); sede di interporto; tra i primi porti per traffico ro-ro e passeggeri (1 milione duecentomila); sta costruendo importanti infrastrutture al servizio del porto (camionale); è già porto multiscalo (Bari-Monopoli-Barletta).

E cosa comporta non essere più sede di Autorità Portuale?

A parte la perdita di prestigio territoriale e la perdita di un altro centro decisionale (dopo la Fiera del Levante ai bolognesi e Aeroporti Di Puglia a fondi di investimento…), comporta sostanzialmente l’impossibilità d’autonoma pianificazione e gestione degli investimenti infrastrutturali portuali; la perdita dell’amministrazione e gestione dei finanziamenti europei; soprattutto l’assoggettamento alle scelte che effettuerà la sede di Taranto per il porto di Bari (porto polifunzionale come è ora o solo porto crocieristico, turistico o altro?).

Che cosa chiediamo e cosa proponiamo?

Qualcosa di molto semplice. Che la Puglia –vista la penuria di centri decisionali e infrastrutture- conservi due sedi di Autorità di Sistema Portuale (Bari e Taranto); e ciò in considerazione dello status di porto “core” europeo di entrambi i porti e del limitatissimo numero di Autorità Portuali al Sud (3) rispetto al Nord (8). Se il Governo proprio non può (e non si capisce perché) discostarsi da 14 sedi di Autorità di Sistema Portuale, ne riduca una al Nord visto l’esorbitante numero (8) e visto che se l’Italia è il pontile d’Europa, è il Sud la punta di quel pontile!

Sig.Direttore, alcune battaglie non possono essere vinte da soli, senza che (anche) i mezzi di informazione non le supportino. Ecco perché –dopo aver fatto noi molto e in attesa di fare altro- ci rivolgiamo a Lei affinché il suo giornale possa far conoscere ai Cittadini quello che purtroppo sta accadendo a discapito di Bari e del Sud del Paese. E il momento di tirar fuori le unghie e i denti, non per avere qualcosa, ma (almeno) per non farci sottrarre ciò che abbiamo già ed è già nostro.

Grazie

Giuseppe Carrieri
Consigliere Comunale e Metropolitano Bari-