È ormai un pezzo che le montagne partoriscono solo topolini ed è ormai un pezzo che conosciamo la specialità di via Toscana, ovvero farli passare per elefanti, senza proboscide, ma elefanti. Due i recentissimi falsi annunci oggi sul nostro tavolo, grazie ai volontari ormai attentissimi e smaliziati, esperti conoscitori delle cose belle che donne e uomini in tuta rossa sanno fare e sanno distinguere dagli annunci civetta.

Il primo di questi è l’uscita, semiufficiale, di una bozza del nuovo regolamento elettorale. Con l’aria di dismissione generale che tira, alla domanda sul perché dopo due anni non fossero state ancora convocate le elezioni per il rinnovo delle cariche statutarie ad ogni livello, la risposta è sempre stata la mancanza di un regolamento elettorale adeguato alla riforma in atto. La riforma, se vogliamo dare questo forbito nome allo smantellamento in corso, è appena iniziata e le scuse stanno a zero.

La bozza che ci hanno recapitato non è dissimile dal regolamento elettorale che ha consentito all’attuale governance in via Toscana di ricevere la sua legittimazione dalle urne, questi due anni sono quindi serviti sicuramente a fare altro, che non conosciamo, ma che vorremmo sapere, visto che sicuramente non si è trattato di mettere al sicuro i conti ed i beni dell’associazione umanitaria di volontariato più grande d’Italia.

Anzi no, una cosa è stata inserita ex novo: la clausola salva poltrone. In un’ansia generalizzata di rinnovamento, anche Croce Rossa Italiana ha inserito una norma che vieta la candidatura ai vertici delle varie articolazioni territoriali per più di due mandati consecutivi. Invece di spiegarci se il commissariamento possa equivalere ad un mandato elettivo, la clausola salva poltrone stabilisce che questo computo si azzera, quasi per miracolo, ed il conteggio dei due mandati può tranquillamente ripartire, alla faccia dello svecchiamento, alla faccia di un qualsiasi “largo ai giovani”.

Non ci vengano a dire che siamo faziosi, è impossibile trovare elementi di novità e discontinuità in questo modo di gestire Croce Rossa Italiana. Gattopardescamente, si finge di rinnovare tutto perché nulla cambi, contornando un falso nuovo di grandi bugie, bugie come l’ultima uscita da via Ramazzini. Ancora scotta la sconfitta nella gara per l’assegnazione del servizio 118, che dagli uffici del Presidente Ronzi, ben presidiati da uno stuolo di giovanissimi contractors, esce la notizia per cui Ares 118 si avvarrà di Croce Rossa Italiana per i servizi del Giubileo, e la si spaccia come fosse la novità del secolo, come se finalmente l’inossidabile presidente Ronzi, che ha già annunciato da politico consumato la sua candidatura alla guida del Comitato Provinciale di Roma e contemporaneamente, da politico consumato e di rango, tesse accordi con i futuri presidenti degli altri Comitati d’Italia ritenendo che questi sappiano conservare un segreto, proprio Ronzi, dicevamo, vuol far credere di aver vinto finalmente un braccio di ferro che era comunque destinato a vincere.

Nulla di più falso. Il Comitato Provinciale Cri di Roma collabora da anni con l’Ares 118 del Lazio per la protezione sanitaria dei grandi eventi nella Capitale e quindi lavora, dietro giusto e pattuito compenso per il tramite dei suoi volontari, nei grandi comizi, concerti di piazza, adunate politiche e anche per gli appuntamenti legati al Vaticano. Ordinaria amministrazione che con il sevizio 118 non c’entra nulla, la solita bugia, propalata ad arte, per tenere buoni i volontari che con il loro lavoro ed i loro sacrifici faranno incassare a via Ramazzini i denari necessari a mantenere il carrozzone dei contractors di Ronzi, i cui reali costi ed i contratti, con specificate le competenze, il trasparentissimo presidente ancora non ci ha voluto mostrare. Voi continuate, sorridenzo, a chiamarla privatizzazione.