I medici SMI (Sindacato Medici Italiani) si scagliano contro il nuovo servizio di telecardiologia Helis, confermando punto per punto quanto ormai ciò che denunciamo da settimane. Non siamo pazzi visionari. Non siamo colplottisti e non ci sono boicottaggi in atto. Il nuovo sistema di telecardiologia è semplicemente un prototipo inaffidabile. E finalmente qualcuno ha iniziato ad alzare la voce. Non solo. Ci sono dei forti dubbi sulla legittimità con cui il sistema è stato concepito ed è entrato in funzione. I medici aderenti allo Smi evidentemente non ne potevano più.

«La sperimentazione del nuovo servizio di Telecardiologia Helis la stiamo facendo sulla pelle dei pazienti. Non ci è stata fatta alcuna formazione per usare il nuovo software lento e farraginoso e che, se non c’è copertura internet, è impossibile da utilizzare con gravi rischi per la incolumità dei cittadini». Il succo del comunicato del sincadato basterebbe per  far sospendere un servizio nato sotto gli auspici peggiori. Il comunicato è firmato dal presidente Ludovico Abbaticchio e la responsabile regionale del sistema 118 Roberta Ladisa.

«In questo momento – tuona Abbaticchio – mi rivolgo al presidente della Regione Puglia e attuale assessore alle Politiche della Salute, Michele Emiliano – perché è a rischio la sicurezza sul posto di lavoro dei medici del 118 e dei colleghi dei punti di primo intervento oltre che delle guardie mediche. Pericoli per il servizio e da un punto di vista medico legale».

«A differenza del precedente sistema Cardio on line – scrivono i medici dello Smi- il soccorritore del 118 non può più parlare con un cardiologo, ma deve solo attendere di ricevere il referto. Quando c’è Internet, altrimenti il computer o il tablet che usiamo procedono con la auto refertazione, con il rischio di molti falsi positivi. Il software può dire che il paziente ha un infarto quando non ce l’ha. Il sistema operativo è molto lento: oltre ai tempi per il suo avvio, da quando si attaccano gli elettrodi al paziente fino a quando si riceve il referto trascorrono venti minuti. Con Cardio on line ne bastavano solo quattro e un quarto d’ora è fondamentale per salvare vite. Con il vecchio sistema era possibile, in assenza di Internet, usare il cellulare o il telefono fisso, mentre adesso non si può: un guaio perché un terzo delle zone in cui operiamo non è coperto da Internet. Sarebbe stato utile, in questa fase sperimentale, mantenere entrambi i sistemi, Helis e Cardio on line, per avere almeno una alternativa. Chiediamo un incontro ai direttori del Policlinico e della Asl di Bari per discutere insieme di come migliorare il servizio del 118».