«Non ti ho invitato in studio perché altrimenti Dattoli non sarebbe venuto. Ci sarà la Laricchia a controbattere». Ho accettato di rilasciare un’intervista sul nuovo sistema di Telecardiologia al direttore di Antenna Sud, Onofrio D’Alesio, certo che non si sarebbe trattato del solito monologo a mezzo stampa amica del direttore generale del Policlinico di Bari, perché in studio ci sarebbe stato un confronto civile tra persone che la vedono in maniera diversa, che discutono con i documenti e non vendono fumo.

Il confronto invece non c’è stato. Ciò che è andato in scena, magari pure in buona fede, è una pagina triste di finto giornalismo di approfondimento. Finto perché non approfondisce niente. Soprattutto è andato in onda l’ennesimo incomprensibile discorso a senso unico del dottor Vitangelo Dattoli. Si discute ancora sull’efficacia o meno del nuovo sistema di telecardiologia, di connessione a internet, del fatto che un medico e un infermiere (speriamo tutti capaci), possano vedere sul tablet l’elettrocardiogramma, poi se non c’è connessione possono spostarsi per avere il referto. Che razza di sistema è?

Il cuore del problema è un altro: è stato approvato un sistema che non esisteva; con firme apocrife sui verbali; gare dubbie. Ci sono, poi, i successivi pareri contrari del Sindacato dei medici italiani, della maggior parte degli operatori del 118, di un Senatore della Repubblica (vi faremo leggere una sua lettera); di uno dei più grandi esperti italiani del settore dell’emergenza urgenza, il coordinatore del 118 tarantino Mario Balzanelli, che si è preso persino la briga di presentare un esposto in Procura; dell’ingegner Vito Bavaro, responsabile del Servizio Sistemi Informativi e Investimenti in Sanità della Regione Puglia, quello che sospettava di essere stato preso per il “culo” da Dattoli sui tablet.

Carissimo direttore generale, la invito a un confronto vero, un’intervista meno inginocchiata rispetto a quella andata in onda oggi. Non avendo un curriculm adeguato, chiederò al dottor Balzanelli e all’ingegner Bavaro, quello che ha sancito il 2 ottobre scorso il fallimento del sistema e che già dubitava della sua efficacia mesi e mesi fa, di accompagnarmi.

Non risponderò qui punto su punto al suo monologo, lo sto facendo da settimane, pubblicando tutti i documenti che evidenziano un modo arrogante e superficiale di gestire la sanità pubblica, sempre che si possa parlare di sanità pubblica. Ci siamo presi la briga di sbobinare il suo monologo: più di 11mila battute. I suoi 25 minuti contro i miei 5 senza aver avuto la possibilità di metterla davanti alle carte che lei stesso ha firmato. Sarà che non sono un accademico, che non uso parole complicate, quelle che mia nonna Teresa di sicuro non capirebbe mai, ma io davvero ci ho capito poco e soprattutto non ho sentito chiarimenti rispetto alla parte centrale di questa storiaccia: la nascita maldestra me forse qualcosa in più del DSS Helis e di tutto questo teatrino. Non le ho sentito dire una sola parola del conflitto di interesse del dottor Amoruso, quello secondo il quale, da dipendente pubblico e da imprenditore nello stesso settore di competenza dichiata che: “Nel pubblico si può spendere di più e fare un po’ meno bene”. Il dottor Amoruso che lei stesso ha voluto alla guida della telemedicia e dell’ufficio stampa del Policlinico di Bari, pur conoscendo benissimo il suo giocare a fare il giornalista e il suo lavoro serio da imprenditore. Intanto il Movimento 5 Stelle è andato ancora una volta in Procura. Ci sarà un giudice a Berlino.

IL MONOLOGO DI DATTOLI SULLA NUOVA TELECARDIOLOGIA “PUBBLICA”

Sono 5169 in 21 giorni i casi reali sottoposti a elettrocardiogramma, comprensivo di test, che ormai si attestano al 5%, un dato fisiologico. I test sono delle procedure opportunamente previste per un refreshing continuo dei problemi che erano iniziali. Si parla di settemila operatori nella Regione Puglia che in questo momento in qualche modo hanno a che fare con questo sistema. Quindi è evidente, una plateache ha bisogno di un lasso di tempo medio per poter avere la giusta comprensione delle procedure che sono estremamente semplici. Anche il livello di aiuto che viene richiesto che è di pochi casi al giorno, è sempre attestato a questioni iperpratiche che una volta comprese vengono superate.

I numeri, sono su 21 giorni sono 7390 tra test (circa 2000) e 5169 i casi reali. Questo dimostra una potenzialità di rispondere simulando i trenta giorni, superiore ai 10.500 casi. Numero che in una fase iniziale veniva considerato di difficile raggiungimento, per un servizio che pur partito con i buoni auspici di un’organizzazione poderosa, poteva avere delle incognite.

Rispetto al sistema gestito dalla Cardio On Line, le differenze. Il gruppo di lavoro che ha sottoscritto e monitorato le varie fasi è di prim’ordine. Oltre al dottor Di Cillo, responsabile anche Cardiologia d’urgenza e di un centro che si occupa di dolore toracico, fanno parte del nostro gruppo i nostri accademici, i nostri direttori di unità operativa sia della rianimazione che della cardiologia, oltre ai responsabili di settore.

I risultati sono stati presentati al congresso dell’Esc che è la società italiana di Cardiologia. Il plauso è stato unanime sia per i risultati che per l’affidabilità. Questo quindi viene certificato in tutte le sedi. Sì, non è solo digitale e analogico, d’altronde, diciamolo francamente, tutta l’Italia usa sia pure in segmenti diagnostici il nostro, vi ripeto, più complesso d’emergenza un sistema di carattere digitale. Si è introdotto e qui, l’Elis, una soluzione che è stata chiarita in più occasioni, prodotto, come dire, della capacità imprenditoriale pugliese, che non è altro, tra l’altro gratuitamente concesso acquisito dal Policlinico come da accordi preliminari, che non è altro che una piattaforma multimodale che consente di applicare tutto ciò che vogliamo. Ora l’elettrocardiogramma e quindi la diagnostica, un domani se vogliamo i referti e gli esami di laboratorio. E, perché no, un domani l’ecocardiogramma e perché no altre previsioni. Perché noi abbiamo non solo risolto il problema della telecardiologia ma aperto uno spiraglio potentissimo, una gestione integrata del paziente di 118 che non è detto che abbia solo problemi cardiologici. Sulla telemedicina, come abbiamo scritto. Praticamente un paziente soccorso dall’ambulanza del 118, se affetto da una tossicosi, da un problema stuporoso di tipo neurologico, grazie all’appalicazione dell’emogas analisi che è possibile, abbiamo dimostrato, e dimostreremo che non ci sono nemmeno aggravi di costi, è possibile fare la diagnosi di un caso di come dire, di stupore di tipo neurologico. Questo chiaramente, oltre che salvare vite, facilita anche l’attività dei medici del 118 che ora, giustamente, spesso sono, come dire, presi tra due fuochi: la fretta di soccorrere il paziente e indirizzarlo in una maniera a volte con parziale diagnosi, verso strutture di tipo ospedaliero. quindi, una prospettiva che ci pone ai primi posti, come è stato detto nel congresso, a livello europeo.

Quello che ha detto il dottor Di Cillo è esauriente, poi avrebbe potuto dilungarsi meglio di me in statistiche e dati. Io mi riservo due aspetti di carattere giuridico-gestionale. Uno giuridico, ad abundantiam, che dal 2014, precisamente da aprile 2014, febbraio a livello nazionale, aprile 2014, lo Stato e anche la Regione sottolineano anche per una comprensione che stava maturando da tempo, le prime tracce sono del 2012, che la telemedicina non è altro che un percorso diagnostico-terapeutico. Quindi non può che essere effettuato da un ospedale pubblico, in subordine da un ospedale privato accreditato per la disciplina. Un ospedale privato che, tipo di quelli grandi che noi conosciamo, che fosse abilitato, fosse accreditato per quella disciplina, poteva farlo. Quindi questo dal 2014. Solo un ospedale pubblico, in prim’ordine, può effettuare la telemedicina. Il secondo è un dato gestionale, che io voglio dire, al netto di alcune riflessioni, il servizio, a conferma che il pubblico a volte si dice che sia non efficace e non efficiente, efficiente in una dimensione economica, bè, insomma, noi abbiamo visto i dati, i dati economici sono eccezionali. Anche lì noi riusciremo a, praticamente, al netto delle spese che non sono ingenti di primo investimento, visto che si sono utilizzati tablet che erano già stati acquistati per il sistema 118 e abbiamo abbiamo acquisito gratuitamente la piattaforma Elis, alla fine, tolta qualche spesa iniziale, il costo è solo quello dei cardiologi. E quindi il costo del servizio è di circa 600mila euro l’anno, che per ora è garantito attraverso procedure convenzionali e fra poco già due si è prvveduto a reclutarlo e più in là anche da assunzioni dirette. Quindi costa molto meno. Quindi siamo contenti anche dal fatto che viene soddisfatto, oltre che gli aspetti tecnici, anche quelli di carattere giuridico ed economico.

È abbastanza agevole rispondere ai punti però, insomma, colgo anche l’occasione forse per sintetizzare al massimo alcuni riscontri. Allora, sulla copertura: la copertura è invece, contrariamente a quello che dice Loconte, una lettura appena appena tecnica del documento che io ho qui sotto mano, evidenzia esattamente il contrario. D’altronde, fin dal marzo 2015 viene ribadito dalla Telecom che la copertura sul territorio pugliese è pressoché totale, 98, 97, 99 per cento. Confonde Loconte, la percentuale tra il sistema Eg e il sistema 4G. Ora io, anche per quello che sto per dire, siccome sembrerebbe il dottor Dattoli, anche perché io, il dottor Dattoli, è il direttore generale di un’azienda. Alle sue spalle o, comunque, ha fruito di un lavoro fatto da specialisti. Specialisti in Italia significa dotati di un titolo accademico, che abbiano un curriculum di un certo, io invito Loconte, un po’ come si faceva nel Medioevo quando una dama, diciamo, oltraggiata o un signore anziano non in grado di imbracciare armi, di indicare un professionista informatico o, come sto per dire, cardiologo, chiaramente che sia dotato anche di un curriculum. Perché, per esempio, ha fatto sorridere un articolo che lui, su tutto sanità, quando è stato, diciamo, a un certo punto diciamo del massimo delle polemiche, è stato rappresentato come esperto di telemedicina, un collega di Roma che invece era dermatologo, o angiologo, dermatologo. Ora, diciamo, siccome noi riteniamo che Loconte abbia sicuramente necessità di approfondimenti tecnici, non di suggestioni mediatiche, indichi un suo specialista di cardiologia e di informatica. L’informatico per leggere il documento che ho qui. Il documento che è stato inviato dall’ingegner Bavaro a seguito della verifica fatta il giorno dopo, evidenzia, sottolineato, che si può utilizzare la tecnologia e l’architettura del sistema di telecardiologia e suggerisce, come è evidente, che dopo due giorni bisogna tarare, degli aspetti relativi al miglioramento dell’operatività che il giorno stesso sono stati adottati. È bastato ridurre il logo sul display da parte del sistema Elis, che si sono guadagnati quasi due secondi. A proposito, i tempi di refertazione certificati e documentati, è importante dirlo, è di un minuto e mezzo e tutta la, diciamo, la fase dalla tricotomia e la posizione degli elettrodi, non cellulare, fino alla refertazione, è di sei/sette minuto. L’Esc, la società di cardiologi, ritiene idoneo 10 minuti, quindi al di sotto di performance a livello europeo. Questo per quanto riguarda la connettività, ho pochi minuti. Così come è scritto, basta saper leggere le carte, e qui un tecnico informatico forse aiuterebbe Loconte a non, diciamo, a non essere imprudente in certe dichiarazioni che vengono riprese anche da altri e io sono qui per un confronto che non è stato possibile. Sono sicuro che magari su base tecnica ci sarà. Diciamo che ritengo sarebbe sufficiente per interpretare in maniera abbastanza letterale il documento inviatoci.

Per quanto riguarda invece la sperimentazione, di cui abbiamo dato ampia documentazione, anche lì una conoscenza dei tempi delle procedure, avrebbe ben presto, come dire, fatto sottrarre dall’equivoco e da una ricostruzione un po’ fantasiosa il fatto che le sperimentazioni si siano completate in laboratorio. Ma per quanto riguarda la piattaforma multimediale, perché il tablet e l’elettrocardiografo digitale in Italia si usa da sempre anzi, non c’è una parte dove non si usa il sistema digitale. L’unica necessità, che ci è sembrato fra l’altro, ripeto, un’acquisizione gratuita da parte del Policlinico, introdurre per i futuri sviluppi della telemedicina, era questa piattaforma multimodale. E noi abbiamo certificato che la sperimentazione in laboratorio, non nella centrale che è stata allestita alcuni mesi dopo, si è completata il primo dicembre. Da quel momento poi è iniziata una serrata abbastanza complessa per i tempi delle procedure di gare che sono state fatte con assoluta trasparenza e comunque ci sono altri uffici che approfondiranno e approfondiscono questi aspetti, si è completata per arrivare alla scadenza del 30 settembre, faticosamente ma non con molto affanno. Giustamente il presidente Emiliano, così come comunicato, ha convocato una riunione che è stato molto eloquente, dove tutti i direttori di centrale operativa, con una preoccupazione di Taranto espressa dal coordinatore Balzanelli, e tutti i direttori generali delle Asl, hanno ritenuto assolutamente opportuno su un sistema che peraltro per legge, piaccia o non piaccia, non può che essere pubblico. Ma tutto questo, al trenta settembre. Ma dopo 21 giorni abbiamo tutti i dati che confermano in maniera incontrovertibile la connettività, la qualità del servizio. Delle due l’una, o si ritiene che queste siano patacche, e a quel punto il famoso specialista del giudizio di Dio medievale, questa volta cardiologo, indicato da Loconte, possibilmente con un curriculum adeguato per potersi confrontare, venga e confronti i dati. Questa polemica andava bene al 30 settembre ma non dopo 21 giorni. Preciso che questa intervista sicuramente è molto datata, perché dopo 21 giorni abbiamo l’incontrovertibile prova della connettività e della qualità del servizio.

La Telecom certifica, che praticamente corrisponde a un’autorevolezza di tipo ministeriale, che vi è una copertura pressoché totale e non vi sono differenze significative tra la fonia e i dati. Quindi, almeno per asserzione del gestore, non vi sono differenze significative. A differenza del passato, nella zona di scopertura, che può essere una zona ipogeica, o una zona geograficamente non favorita, a differenza del passato il medico del 118 ha già la diagnosi sul tablet e poi, spostandosi, chiede conferma di refertazione ma è in grado già di gestire il paziente a differenza di quanto invece avveniva nel passato”.