Continuiamo ad occuparci dello scandalo della Telecardiologia e riprendiamo alcune dichiarazioni del delegato della Telemedicina del Policlinico di Bari, Daniele Amoruso. Incarico conferitogli direttamente dal direttore generale dell’azienda ospedaliera, Vitangelo Dattoli. Il medico, anche capo ufficio stampa del Policlinico, che ospita la nuova centrale di telecardiologia, con forti interessi privati nello stesso settore, aveva evidentemente un piano ben chiaro fin da novembre 2013 per poter avere il “gusto” di fare la telecardiologia pubblica.

“Il carattere di questa richiesta è strettamente confidenziale. I risultati verranno comunicati esclusivamente al citato Direttore”. Il citato direttore è Vincenzo Pomo, attuale direttore dell’Area Salute dell’assessorato regionale alle Politiche della Salute. A scrivere l’email che alleghiamo insieme a tutta la corrispondenza è proprio Daniele Amoruso, amministratore dell’azienda Doctor S.r.l, come da lui stesso dichiarato in occasione di una citazione in giudizio. Il destinatario è un ingegnere. Non uno qualunque, ma uno specialista riconosciuto a livello internazionale – badate bene internazionale – operante nel settore della Telecardiologia per conto di una delle aziende leader a livello mondiale.

Il carattere della richiesta è strettamente confidenziale. In questi casi meno persone sanno e meglio è. Ma qual è la richiesta fatta al telefono dal dottor Amoruso all’ingegnere? Lo abbiamo scoperto leggendo proprio  lo scambio di mail tra i due. Nel carteggio compare per la prima volta senza mezzi termini il Direttore dell’Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Vincenzo Pomo. È a lui e a nessun altro che l’ingegnere dovrà presentare il risultato della sua indagine conoscitiva. E veniamo al dunque. Amoruso chiede telefonicamente al professionista di trovare in pochissimi giorni un’altra centrale di telecardiologia alternativa a quella della Cardio On Line Europe, che fino a quel momento gestiva il servizio con le lodi continue anche dell’allora ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, oltre che degli assessori alla Salute che si sono succeduti fino a quel momento.

Il 30 novembre, infatti, scadeva la proroga concessa alla Cardio On Line Europe. Perché bisognava rivolgersi al numero due della Sanità in Puglia, definito dai consiglieri regionali pentastellati il mammasantissima del settore? Era forse abituato a fare questo tipo di trattative private?

I FATTI DAL 23 AL 25 NOVEMBRE 2013 – Mentre è ancora in corso il servizio di Cardio on line ed a soli 7 giorni dalla scadenza del rinnovo, avviene qualcosa di inquietante, che può ancor meglio far comprendere il nostro teorema, sviluppato nelle decine di articoli già pubblicati. Daniele Amoruso, all’epoca capo ufficio stampa ma non ancora delegato per la Telemedicina del Policlinico di Bari, avvia “anomale” attività amministrative, probabilmente con l’intento di dare il ben servito alla Cardio On Line Europe, di cui è stato socio nel periodo compreso tra il 2004 e il 2008, con un affidamento “immediato” del servizio ad altra società “da reperire sul mercato”. Amoruso, dunque, chiede telefonicamente all’ingegnere di trovare entro soli tre giorni una centrale di telecardiologia già operativa, identica a quella già in uso a Cardio on Line, che potesse “sostituirla” nel servizio e prendere in carico entro il successivo 30 novembre 2013 (termine della proroga di cui alla A.D. 161/2013) tutta l’attività del servizio di telecardiologia emergenza/urgenza del 118 Puglia.

Significativa quanto “insolita” la procedura di Amoruso che, come da lui dichiarato, affida al dottor Pomo le “trattative” per l’acquisizione di altro operatore. Il contenuto delle mail potrà dare a chi legge qualche punto di riflessione sulle procedure al limite del consentito di alcuni dirigenti regionali.

LA CRONOLOGIA – il 23 novembre 2013 Amoruso telefona all’ingegnere; il 23 novembre 2013, alle ore 17.55, l’ingegnere via mail chiede ad Amoruso notizie più dettagliate sulla ricerca da fare riservandosi una risposta; il 24 Novembre 2013, alle ore 11.01, Amoruso, sempre con una mail, risponde all’ingegnere. Gli comunica le macro esigenze: “La Regione Puglia deciderà come proseguire il servizio. Ma sia se dovesse istruire una gara, sia se volesse affidare la gestione della telecardiologia a un Ente Pubblico, si trova nelle condizioni di dover affidare temporaneamente (sei mesi o un anno) il servizio a una centrale scelta con trattativa privata, secondo le forme di legge”. (Secondo quanto ci consta l’unica possibilità legale in quella fattispecie era la concessione di una nuova proroga a Cardio On Line nelle more della predisposizione di un bando di gara, comunque mai espletato), non certo nell’affidamento ad altra società a “trattativa privata”.

Non solo. Amoruso specifica che “Tutte le trattative saranno svolte dal Direttore dell’Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia”;  il 25 novembre, alle ore 9.36, l’ingegnere, ancora via mail, risponde ad Amoruso facendogli presente che quanto da lui richiesto non si ritiene fattibile atteso che, per la sua grande esperienza nel settore, non conosceva realtà qualificate che potessero sostituire Cardio on Line in tale tipologia di servizio in quanto, a suo parere, non sono le apparecchiature che fanno il servizio ma il know-how, la esperienza e la capacità organizzativa. A ben leggere la risposta, sembra quasi che l’ingegnere sottolinei la mancqnza di competenze in materia di Amoruso, nonostante nella registrazione che vi abbiamo fatto ascoltare qualche giorno fa, il capo ufficio stampa del Policlinico dica di sapere come si faccia secondo la teoria che “Nel pubblico si può spendere di più, facendo un po’ meno bene” e che non crolla il mondo se non si fa qualche soccorso o si finisce per qualche giorno sui giornali per l’ennesimo caso di malasanità.

Nessuno può dirlo, questo è certo, ma il dubbio che la prassi della trattativa privata sia qualcosa in più di un evento casuale, viene anche ai più grantisti. Più scaviamo più vengono fuori aspetti raccapriccianti di una sanità pubblica gestita come fosse un’azienda privata. Lo scandalo della telecardiologia è lo specchio di quanto succede purtroppo in molti settori. Crediamo che a questo punto della vicenda – per noi niente affatto conclusa, essendo in ballo la vita dei pugliesi e non gli interessi di quelcuno – il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, debba prendere una decisione coraggiosa: azzerare tutto e andare fino in fondo. Noi stiamo prendendo le nostr responsabilità, andando ben oltre i nostri compiti. Purtroppo, dobbiamo constatare che in tanti stanno fuggendo.