Il segretario generale Usppi Nicola Brescia ha consegnato un Pinocchio al direttore generale Asl/Ba Vito Montanaro in risposta a tutte le promesse non mantenute di interventi urgenti per le denunce del sindacato effettuate da diverso tempo sulla mala sanità degli ospedali, in modo particolare quelle relative alla struttura del San Paolo dove a causa di macchine lavaferri rotte o funzionanti il personale è costretto a pulire bisturi a mano, nei lavandini, con comuni spazzolini in acciaio.

Nel corso di precedenti incontri il dottor Montanaro aveva garantito al segretario Nicola Brescia di risolvere tutte quelle situazioni che gli venivano contestate in merito alle sale operatorie dell’ospedale San Paolo, dove le macchine sono rotte da marzo dell’anno scorso.

“La mancanza nella sicurezza di igiene regna sovrana al San Paolo – dichiara Brescia – e sempre per il San Paolo la sicurezza tocca e riguarda anche l’area parcheggio dove ci sono gli sciacalli dei posteggiatori abusivi che pongono in pericolo tanto i pazienti visitatori quanto il personale dello stesso presidio. Abbiamo contestato inoltre le problematiche, sempre in materia igiene, relative al contagio scabbia nell’ospedale Di Venere. Gli abbiamo riferito degli infermieri imboscati, del problema della cardiologia distrettuale e altre faccende similari. Montanaro si è sempre riservato di intervenire in maniera tempestiva ma in realtà abbiamo il sospetto che ci sia un super potere che lo condizioni tanto da renderlo inerme nel cambiamento del suo regno. Chi governa la Asl? Ormai siamo sconcertati di questo lassismo –continua Brescia – una inerzia non più tollerabile che merita un intervento decisivo da parte del governatore della Regione Puglia Emiliano. La sicurezza sul posto di lavoro per i dipendenti e quella relativa all’igiene per i pazienti deve rappresentare una priorità assoluta per un sistema sanitario che vuole essere fiore all’ occhiello per questa Regione. Continueremo a denunciare le anomalie esistenti come sempre abbiamo fatto anche attraverso forme forti di protesta”.