Una valanga, una montagna, scegliete voi l’immagine che più vi aggrada, resta il fatto che in rete (con l’ashtag #noiduecimettiamolafaccia) e in redazione stanno arrivando tantissime testimonianze di solidarietà da tutta Italia nei confronti di Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi, i due “medici “incatenati” che hanno iniziato lo sciopero della fame come protesta estrema verso la vicenda che li vede protagonisti loro malgrado, quei procedimenti disciplinari di cui scriviamo ormai da mesi, smontati pezzo per pezzo, punto su punto, carte vere (e non false) alla mano.

Già, le carte. Quelle prodotte dagli accusatori e quelle mostrate dai due medici per attestare la propria innocenza e smontare le tesi a loro carico. Tra le tante che circolano in questa assurda vicenda, ne arriva una dalla direzione generale della Asl, anzi da Vito Montanaro in persona che dice testualmente: «Non si da luogo a provvedimento disciplinare non avendo detto ritardo nel caso specifico aggravamento o peggioramento delle condizioni del paziente assistito». In pratica, ci abbiamo provato attaccandoci a 4 minuti di ritardo dovuti alla telefonata per chiedere il trasporto in elicottero, ma non ci siamo riusciti.

Dunque, il secondo procedimento disciplinare avviato nei confronti di Francesco Papappicco è stato chiuso con un non luogo a procede e in tempi rapidi, o almeno ragionevoli. Stupisce il fatto che per il primo procedimento (sempre legato alla bomba con cui venne fatta esplodere la sala giochi Green Table di Altamura in cui la vittima più grave fu quel Domenico Martimucci salvato proprio da Papappicco, poi purtroppo deceduto a distanza di 5 mesi) ancora non si arrivi a una conclusione. Il timore è che si sia tentato di mettere in piedi un castello di carte, per distogliere l’attenzione e far cessare la protesta dei due medici, mantenendo al contempo un varco aperto da usare al momento opportuno per togliersi queste due spine dal fianco della Asl.

Carte, sempre loro, come quella mai protocollata eppure sventolata dal dottor Dibello poi apparsa misteriosamente nel procedimento che ha portato alla censura di Francesca Mangiatordi e contro cui la dottoressa continua a battersi, intenzionata a dimostrare la verità dei fatti anche lei carte alla mano.

Per tutti questi motivi, lo sciopero della fame prosegue, è lo stesso Francesco Pappicco a spiegarlo in lungo post su facebook scritto durante la lunga notte trascorsa in macchia davanti all’ospedale Perinei:

Siamo al secondo giorno di protesta in catene e di sciopero della fame. Ai più, la nostra forma di protesta ha fatto storcere il naso. Non si addice ai Medici! Ma forse a qualcosa è servito se, non più tardi del primo pomeriggio odierno, mi è stata recapitata qui, all’ospedale della Murgia dove stiamo digiunando, una delle tre risposte che abbiamo richiesto al Direttore Generale Vito Montanaro e al Governatore-Assessore alla Sanità Michele Emiliano. Come già preannunciato in un mio post il 18 settembre, mi veniva recapitato un secondo avvio di procedimento disciplinare in cui mi si contestava l’assurdo. “Val bene una messa Parigi” ebbe a dire Napoleone; valgono bene due giorni di digiuno la risposta odierna, dico io. Orbene, se tanto mi da tanto, altri giorni di stomaco vuoto forse sortiranno il medesimo effetto. Oppure no.

Vediamo un po’ se Papappicco “mangia la foglia”. Sul secondo procedimento di settembre ( riferito a contestazioni di fatti risalenti all’evento della strage di mafia del 5 marzo 2015 ad Altamura) il Direttore Generale “in persona” mi risponde oggi con la “chiusura” dello stesso senza sanzione. Assolto! Una coincidenza. Teorema dell’assurdo dimostrato. Se parti da presupposti falsi dimostri l’assurdo e viceversa. È strano che giunga però la chiusura “senza luogo a procedere” del secondo procedimento avviato a settembre e non arrivi quella del primo del 27 luglio ( riferito allo stesso evento! Una chiara violazione del principio del “NE BIS IN IDEM”).

È ancor più strano appare che il Direttore Generale Vito Montanaro, questa volta in prima persona, abbia chiuso il procedimento, dal momento che sul primo ebbe a dire che ” …la posizione di Papappicco rientra nell’ambito di una procedura non ben chiara….” . Dunque proviamo a fare un’epicrisi della vicenda:
1) dal punto di vista temporale la seconda contestazione di settembre la chiude il Direttore Generale in persona e in anticipo rispetto alla prima contestazione;
2) dal punto di vista procedurale mentre la prima viene girata da Montanaro al Collegio Arbitrale della Regione solo in settembre, dopo aver sollevato dubbi sulla competenza dell’Ufficio Provvedimenti Disciplinari (UPD) della ASL. Collegio Arbitrale cui sono deferito per il 9/11/2015;
3) dal punto di vista giuridico sembra evidente la costituzione di un grave precedente Nazionale riguardante la procedibilità disciplinare nei confronti di medici parasubordinati, convenzionati SSN ( non dirigenti, non dipendenti) delle Medicina Generale (medici generalisti, di Continuità Assistenziale SEST 118).

Da quanto esposto desumo che qualcuno desidera portare avanti una incomprensibile linea oltranzista. Assessore Emiliano, Dottor Montanaro, sembra davvero siate rimasti in pochi a non aver compreso a pieno il senso della nostra protesta, la nostra determinazione di converso è chiaro ormai a tutti gli italiani come siano andate realmente le cose.

Il Potere contro la Logica è un atteggiamento che non reggerà ancora per molto. Un ultimo avvertimento agli Ayatollah di questa farsa: se entro domani, terzo giorno di sciopero della fame, non riceveremo con la stessa modalità di quest’oggi l’annullamento della sanzione comminata alla dottoressa Mangiatordi e l’annullamento-chiusura del mio primo procedimento, oltre a proseguire a oltranza la protesta ci vedremo costretti a difendere la nostra dignità e intelligenza pubblicando integralmente documenti che andranno a dimostrare inconfutabilmente nelle sedi preposte le nostre tesi. È possibile che ancora una volta, fermo restando le nostre comprovabili “innocenze”, l’Azienda abbia infine a dover sborsare fondi pubblici per ristorare le parti offese.