Nella vicenda del Majorana, senza tema di smentita possiamo parlare di omertà da parte di professori e staff. Un’omertà resa ancora più sfacciata e imbarazzante dal fatto che gli studenti sanno tutto, erano a conoscenza di quanto avveniva e ne parlano senza alcun timore.

Dopo gli sviluppi sui presunti illeciti da parte della preside, la professoressa Paola Petruzzelli, siamo andati al plesso del San Paolo per capire meglio, dai ragazzi, dai docenti e dai collaboratori, quanto grave fosse la questione e quanto fosse conosciuta. I ragazzi sono tra i più indignati, dichiarano senza paura che la situazione era nota in tutta la scuola. Diversa è la situazione tra i dipendenti, tanto il personale docente quanto i collaboratori, cui abbiamo dovuto illustrare noi di quali presunti illeciti fosse accusata la preside e due docenti, con diversi collaboratori scolastici, assistenti tecnici e professori coinvolti.

Tra chi non sapeva niente, chi lo ha appreso dai giornali e chi: “Purtroppo sono nuovo” al Majorana i casi sono tre: o davvero è tutto un equivoco, e noi, gli ispettori dell’U.S.R., la Guardia di Finanza e altre forze dell’ordine ci stiamo sbagliando; o se un illecito c’è stato, chi l’ha compiuto è un genio del male che è riuscito a tenete all’oscuro i suoi collaboratori più stretti. Ma i ragazzi lo sapevano. E allora no, si tratta di omertà.

Proprio di questi tempi, un anno fa, per la precisione il 22 ottobre 2014, il ministro Giannini faceva visita all’istituto Majorana, al quartiere san Paolo, nella serie di consultazioni tra le scuole che avrebbero portato alla legge 107, la famosa “Buona Scuola”. A un anno da quel giorno, quella della buona scuola rischia di essere solo una facciata del Majorana.