La fotografia da sola non dice molto rispetto al disagio e ai pericoli che nasconde quell’ascensore. Per l’ennesima volta si è bloccato. Succede spesso all’ospedale Di Venere a Carbonara. Due giorni fa un medico ha dovuto ventilare un paziente diretto in rianimazione perché non funzionava. Fortunatamente si è potuto impiegare un ascensore laterale, anche questo di quelli grandi. Quello in foto dovrebbe essere utilizzato solo per andare e tornare dalle sale operatorie. In realtà, quando funziona, lo usano tutti. Ci entrano anche i pazienti, perché ormai ognuno sa che una chiave qualunque può farlo scendere e salire

Come se non bastasse, è adoperato per trasportare il cibo. Contaminazioni a catena. Cinque ascensori in tutto, ciascuno con gli identici problemi. Mentre scriviamo, quelli bloccati sono due. Capita che se ne blocchino anche fino a tre contemporaneamente. Nonostante i soldi spesi per ammodernarli internamente, vanno ripetutamente in blocco. In certe occasioni si sentono rumori sinistri, come se qualcuno da fuori tirasse calci e pugni.

Tre giorni fa alcuni tirocinanti, con un paio di pazienti al seguito, sono rimasti bloccati per una ventina di minuti prima di essere liberati. Ormai il personale chiama per nome i tecnici, interpellati ripetutamente, senza che si riesca a trovare una soluzione definitiva.

Roba da terzo mondo, soprattutto per un altro aspetto inquietante. Al Di Venere non esiste un ingresso dedicato ai pazienti diretti in rianimazione. Le ambulanze scaricano la barella davanti al pronto soccorso. A quel punto il poveretto, in condizioni anche disperate, intubato o ventilato, perfino un bambino in incubatrice, passa davanti al Cup in mezzo alla gente, magari malata, esposto alle correnti e a qualsiasi altra contaminazione.

Ma che razza di sanità è questa? In molti nosocomi, purtroppo, non vengono assicurate neppure le più basilari norme igienico-sanitarie. Proprio al Di Venere, abbiamo denunciato anche casi di scabbia e tubercolosi. Per chiudere gli ospedali giudicati “inutili” bisognerebbe rendere operativi quelli ritenuti strategici, seppure oggi vengono gestiti in questo barbaro modo.