Il buco c’è e si vede. Il bilancio preventivo del Comitato Centrale Cri presentato per l’anno 2016 dimostra chiaramente che la cura Rocca, la drastica cura di risanamento dei conti non è servita a nulla, se non ad impoverire la più grande associazione di volontariato italiana, custode delle Convenzioni di Ginevra e portatrice dell’ideale universale di umanità.

Bando alle chiacchiere lasciamo parlare i numeri. Il bilancio è naturalmente una proposta ed in quanto preventivo proietta su carta un ipotesi: se potessimo incassare una certa cifra potremmo spenderne un’altra ed il risultato sarebbe comunque un disavanzo di circa 19 milioni di euro. E l’ipotesi si fonda su dati non reali quali, ad esempio, le risultanze delle vendite, anzi delle svendite, dell’immenso patrimonio immobiliare della Croce Rossa Italiana, battuto alle aste notarili al massimo ribasso, aste spesso deserte e per le quali le ordinanze presidenziali che si susseguono lugubri come i tocchi di una campana funeraria dispongo rilanci al ribasso a colpi del dieci per cento in meno ogni volta che un asta va deserta. E succede molto, troppo spesso.

Un buon padre di famiglia come si sarebbe comportato, mentre la nave sta affondando? Per prima cosa avrebbe ridotto le spese, ma questo a via Toscana non succede. Più volte abbiamo parlato e documentato il modo allegro di spendere i denari pubblici suscitando sempre una grande ilarità – valga per tutte la storia dei giornali acquistati in duplice abbonamento per due piani diversi dello storico palazzo quando si compra, carissima, una rassegna stampa telematica quotidiana – ma dopo le risate spuntano sempre le lacrime.

Cosa si fa nella famiglia sana, dopo aver contratto le spese? Si rinuncia, per esempio, a fare regali? Penso di si ma naturalmente non è il caso di via Toscana. Dopo le grandi polemiche suscitate dai ritardi nella realizzazione del villaggio Solferino ad Haiti, polemiche sui costi, i ritardi di realizzazione e l’esiguità di un progetto che doveva essere faraonico ecco che dal Comitato Centrale partono 99.000 USD, si novantanovemila dollari per sostenere il Centro nazionale Trasfusione Sangue di Haiti, proprio una bella trasfusione di liquidi per una “proposta congrua nei risultati e nelle attività”, come la definiscono i contabili di via Toscana. Non basta, naturalmente, perché subito dopo ci scappa un altro bonifico, questa volta di 5.000 USD “per garantire la partecipazione di un rappresentante della Società nazionale del Nicaragua” ai meeting statutari di dicembre 2015 a Ginevra.

Ecco, probabilmente il vice presidente di IFRC, nonché direttore generale di IDI e presidente di CRI, ha più interesse a far partecipare i suoi elettori ai meeting di Ginevra piuttosto che arrestare l’emorragia di denari che sta prosciugando le casse, già devastate, della sua stessa Società Nazionale? Noi non siamo nessuno per affermare questo, voi che continuate a chiamare questa cosa “privatizzazione” ne siete i veri responsabili.