Dopo un sopralluogo con attivisti e cittadini coratini il consigliere regionale Mario Conca (M5S) ha scritto a Carmela Pagano, Prefetto di Bari, chiedendo particolare attenzione per due serie problematiche presenti sul territorio del comune di Corato.

La prima riguarda la discarica di contrada Belloluogo angolo via Bisceglie, già balzata all’onore delle cronache per un servizio di Striscia la Notizia della scorsa settimana. “Qualche giorno fa il sindaco di Corato Mazzilli, sospinto dal clamore mediatico, ha emesso un’ordinanza che intima ai proprietari del sito su cui insiste la discarica di porvi rimedio in tempi rapidi – scrive Conca al prefetto – ma essendo la situazione particolarmente complessa, Le chiedo di seguire la vicenda perché quella zona, oltre che delimitata, andrebbe caratterizzata e bonificata. Andrebbero altresì analizzate le acque dei pozzi che gravitano intorno alla zona e che, grazie alla natura carsica del territorio, potrebbero essere state negli anni inquinate dagli sversamenti in falda con grave pericolo per la salute pubblica di cui Lei è il massimo tutore”.

La seconda segnalazione riguarda invece la zona in cui insiste il depuratore dismesso, attiguo al nuovo, e in cui è presente una struttura in cemento che rappresenta un grave rischio per la pubblica incolumità. “Come può evincere dal materiale fotografico allegato – si legge nella lettera – la griglia di cemento, traforata e sospesa nel vuoto per oltre due metri dal fondo pieno di massi appuntiti e altro, oltre che rappresentare un pericolo costante per tutti, è soprattutto un invito per i ragazzi che notoriamente sono sprezzanti del pericolo. Oltretutto il luogo è facilmente raggiungibile in quanto vicinissimo alla città. Dobbiamo attendere che qualcuno si faccia male veramente?”.

Il consigliere pentastellato quindi invita il prefetto ad “intervenire presso gli uffici comunali coratini che, pur conoscendo la situazione, non hanno inteso intervenire in questi anni per metterla in sicurezza, al fine di sollecitarli alla consequenzialità – e conclude – non vorrei mai che un giorno questo mio scritto fosse usato come prova del fatto che eravate informati e non avete agito”.