Contrada Nepta, bando alle chiacchiere, ai vari “diremo, vedremo, faremo“. Le carte che pubblichiamo nella galleria fotografica a fondo pagina non lasciano spazio a interpretazioni o dubbi. Indipendentemente da chi sia stato responsabile del “potenziale” inquinamento del suolo, la Legge parla chiaro:

«Qualora i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano direttamente agli adempimenti disposti dal presente titolo ovvero non siano individuabili e non provvedano né il proprietario del sito né altri soggetti interessati, le procedure e gli interventi di cui all’articolo 242 sono realizzati d’ufficio dal comune territorialmente competente e, ove questo non provveda, dalla regione, secondo l’ordine di priorità fissati dal piano regionale per la bonifica delle aree inquinate, avvalendosi anche di altri soggetti pubblici o privati, individuati ad esito di apposite procedure ad evidenza pubblica. Al fine di anticipare le somme per i predetti interventi le regioni possono istituire appositi fondi nell’ambito delle proprie disponibilità di bilancio». Articolo 250 del Testo Unico Ambientale.

Tradotto, caro Comune di Bitetto, devi provvedere tu, e per farlo puoi avere accesso ai soldi messi a disposizione dalla Regione. Lo scandalo vero di tutta questa storia è che il Comune ne era al corrente già da tempo, dal 17 febbraio 2014 per essere precisi. In quella data, infatti, il Servizio Ciclo Rifiuti e Bonifica della Regione, nella persona del dirigente ingegner Giovanni Scannicchio, scriveva proprio al Comune convocando un Tavolo tecnico poiché né l’Opera Pia Santissimo Sacramento, come previsto dall’art.242 del Testo Unico Ambientale, né il Comune, ai sensi del già citato art.250 del TUA, avevano provveduto alle analisi del suolo. L’oggetto di quella convocazione, che pubblichiamo a fondo pagina, è infatti chiarissimo: Sito potenzialmente contaminato in contrada Nepta. L’ingegner Scannicchio convocava quindi una riunione “finalizzata a concordare e definire percorsi e attività da svolgere per la risoluzione della questione che ci interessa“.

A quell’incontro, di cui pubblichiamo il verbale, erano presenti tra gli altri l’ormai ex sindaco di Bitetto Stefano Occhiogrosso e il Comandante della Polizia Municipale Carmine Itranuovo, l’autore dell’aggressione ai danni del direttore di bari.ilquotidianoitaliano.it Antonio Loconte, colpevole di avergli chiesto un’intervista proprio su contrada Nepta. Nel verbale si legge: «I presenti convengono sull’opportunità che siano svolte indagini preliminari al fine di verificare l’attuale stato di qualità ambientale ed in conseguenza dei risultati conseguiti potrà essere individuato l’ambito normativo di riferimento».

Il 24 giugno in Regione veniva protocollata una lettera (anche questa disponibile in galleria fotografica) inviata dalla Provincia di Bari e indirizzata al Comune di Bitetto in cui l’Ente chiedeva notizie circa l’avvio delle indagini previste. Per quanto ne sappiamo, da quel momento in poi non è successo più niente. Non ci risulta un ulteriore scambio di documenti tra il Comune, la Regione, l’Opera Pia Santissimo Sacramento e l’Arpa.

Vi abbiamo fatto ascoltare la voce degli agricoltori, vi abbiamo portato la testimonianza di un “pentito” se condo cui oltre a Nepta c’è addirittura di peggio, abbiamo pubblicato la relazione scritta dal Comandante Intranuovo. Oggi vi abbiamo dimostrato, carte alla mano, a chi spetta porre fine all’immobilismo perdurante che avvolge da un anno la vicenda iniziata nel lontanissimo 1993. Perché tutto si sia fermato, non è dato saperlo e magari qualcuno, un magistrato volenteroso, potrebbe decidere di avviare un’indagine in proposito. Di certo sappiamo che le indagini sul suolo di contrada Nepta, passaggio fondamentale per poter eseguire la caratterizzazione del suolo, l’analisi di rischio e infine la bonifica, spettano al Comune di Bitetto. Lo dice la Legge. Lo sapeva l’allora sindaco Stefano Occhiogrosso e ora anche il nuovo sindaco Fiorenza Pascazio. Il Comune, oltretutto, in via cautelativa deve agire come il buon padre di famiglia. Adesso provveda.