Sulla vicenda dell’IISS Majorana e i presunti illeciti perpetrati dalla preside Paola Petruzzelli, interviene Leo Palmisano, segretario cittadino di Sel. Per Palmisano la Scuola non è un’azienda. Deve fare dei ragazzi cittadini attivi, non manovalanza gratuita per arricchire poche persone.

Con la professoressa Petruzzelli – dichiara Palmisano – ho avuto un’accesa discussione all’Officina degli Esordi, qualche tempo fa, durante in incontro sul tema della responsabilità sociale della scuola e dell’università”

Ragionando sul mandato, riferisce Palmisano, mentre la propria posizione era che la Scuola debba fare cittadinanza e creare cittadini, la preside ammetteva candidamente che scopo della scuola sia essere azienda e fare cassa.

“Alla mia domanda se lei si intende, quindi, come un capitano di industria, lei candidamente rispose di sì”

Per Palmisano, se la scuola si comporta da azienda e vede il ragazzo non come uno studente ma come un operaio, allora sta fallendo il proprio scopo, creando le stesse dinamiche della strada. Il Majorana è uno degli istituti a Bari col maggior numero di abbandoni dopo il primo anno, dovuto ai pluri ripetenti che abbandonano raggiunto il 16esimo anno di età.

Il Majorana, come gli altri istituti professionali, dove si registra lo stesso problema, è una scuola di formazione al lavoro, ma se più che formare i ragazzi al lavoro, si pensa a lucrare sul lavoro dei ragazzi, tanto vale contrattualizzarli.

Questi ragazzi sono socialmente esclusi – afferma Palmisano – Se la scuola, invece di farne cittadini attivi, coltivandone la formazione e prevenendo l’abbandono degli studi, la scuola coltiva politiche di spietato commercio o di impresa alla Marchionne, che esempio dà ai ragazzi?”