L’assessora alla Pubblica istruzione Paola Romano ha partecipato al convegno nazionale delle “Scuole senza zaino”, organizzato presso il palazzo Ateneo dalla rete che sostiene questa sperimentazione educativa con il sostegno dell’assessorato alle Politiche educative e giovanili del Comune di Bari. In occasione del convegno, è stata presentata un’aula universitaria “senza zaino” sulla scorta dell’esperienza effettuata durante lo scorso anno scolastico da una classe dell’istituto “Aristide Gabelli”, di Santo Spirito, unico esempio nella città di Bari.

Il progetto Scuole senza zaino prevede da un lato che gli alunni siano dotati di una sola cartellina leggera per i compiti a casa, dall’altro che le aule e gli ambienti vengono arredati con mobilio funzionale e diversi strumenti didattici sia tattili che digitali. Ciò consente agli studenti di frequentare ambienti decisamente più confortevoli e, allo stesso tempo, agli insegnanti di mettere in pratica metodologie innovative fondate su tre valori fondamentali: la responsabilità, la comunità e l’ospitalità.

“L’obiettivo che intende conseguire questo progetto – commenta l’assessora Paola Romano – è sperimentare dei modelli innovativi per ripensare l’educazione scolastica e far sì che la scuola diventi uno luogo dove costruire una comunità migliore e più coesa. Per questo abbiamo deciso di sostenere la scuola nell’applicazione del modello senza zaino, in quanto è un metodo che sviluppa l’autonomia degli alunni, il problem-solving che alimenta la costruzione del sapere, l’attenzione ai sensi e al corpo, la co-progettazione che rende responsabili docenti e alunni e la cooperazione tra docenti che alimenta la formazione continua. Sono stata particolarmente felice di poter inaugurare questo pomeriggio un’aula senza zaino all’interno dell’Università, non solo per l’ulteriore aiuto dato a tutti i genitori che per un motivo o per l’altro frequentano l’università, ma anche per un aspetto simbolico: portare questa sperimentazione all’interno dell’Università, luogo deputato alla ricerca scientifica, mi fa ben sperare rispetto agli ulteriori sviluppi e approfondimenti che questo modello educativo potrà avere in futuro”.